Appalti

Manutenzioni, il correttivo appalti archivia l'obbligo di andare in gara con il progetto esecutivo

di Mauro Salerno

Non sarà più necessario mettere a punto un progetto esecutivo per affidare un intervento di manutenzione. La bozza di decreto correttivo della riforma appalti - che oggi viene esaminata nella riunione preparatoria del Consiglio dei ministri - interviene su uno dei punti più contestati del Dlgs 50/2016, ammorbidendo una delle maggiori rigidità derivanti dal divieto di appalti integrato applicato senza sconti. A chiedere di intervenire su questo punto, invocando maggiori margini di flessibilità, sono state soprattutto le stazioni appaltanti (i Comuni tramite l'Anci, l'Anas e altri grandi enti) che in futuro forse potranno così anche tornare a usare con meno frequenza lo strumento dell'accordo quadro, che permetteva di aggirare questo paletto agendo sulla leva degli affidamenti ricorrenti.

L'apertura che consentirà di fermarsi a uno stadio progettuale più semplice del dettaglio esecutivo quando c'è in ballo solo una manutenzione si ricava dal «combinato disposto» di due diverse misure contenute nel decreto correttivo.

La prima interviene sull'articolo 23 (comma 3) del nuovo codice e affida al ministero delle Infrastrutture il compito di mettere a punto una nuova formula di «progettazione semplificata degli interventi di manutenzione». La disciplina dovrà essere contenuta in un nuovo decreto, definito su proposta del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Il decreto non potrà fare di tutta l'erba un fascio. Ma dovrà tenere conto «di livelli di semplificazione diversificati per la manutenzione ordinaria, per la manutenzione straordinaria e per complessità e importo».

È chiaro che ci sarà da aspettare. Ma in attesa che arrivi il decreto non resta però tutto com'è. Entra infatti subito in gioco un meccanismo transitorio che permette di superare il paletto che obbliga a mettere in gara con il progetto esecutivo anche gli interventi meno complessi.

Fino all'arrivo del «progetto semplificato per le manutenzioni» il correttivo prevede la possibilità di andare in gara con il progetto definitivo. L'indicazione è contenuta in una modifica che agisce sull'articolo 216, che contiene le norme transitorie e di coordinamento del nuovo codice. Il progetto definitivo da mettere in gara, si chiarisce inoltre, dovrà essere costituito «almeno da una relazione generale, dall'elenco dei prezzi unitari delle lavorazioni previste, dal computo metrico-estimativo, dal piano di sicurezza e di coordinamento con l'individuzione analitica dei costi da non assoggettare a ribasso». Non solo. Il decreto ribadisce che la possibilità di andare in gara con il definitivo, invece che con l'esecutivo , è concessa solo per lavori di manutenzione che non «prevedono il rinnovo o la sostituzione di parti strutturali delle opere».

Una disciplina sufficientemente dettagliata per permettere di attendere senza troppa ansia il nuovo decreto, da mettere in coda alla lista dei 56 provvedimenti attuativi previsti dal nuovo codice, di cui solo una decina già arrivati al traguardo finale.

Il codice appalti coordinato con la bozza di decreto correttivo messa in consultazione

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