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Terremoto/3. Decreto al via alla Camera. Realacci: inserire le zone franche urbane

di G. La.

Potenziare gli sgravi fiscali, a partire dalla creazione di zone franche urbane. È questo l'obiettivo con il quale la commissione Ambiente della Camera ha avviato, con relatrice Chiara Braga, l'esame della legge di conversione del decreto terremoto. I tempi per la presentazione degli emendamenti al testo sono ancora piuttosto lunghi: visto il calendario di audizioni, che si dovrebbero chiudere il 27 febbraio, è prevedibile che la discussione di merito decolli per l'inizio di marzo. Eppure, nelle parole del presidente della commissione Ermete Realacci si fanno già spazio ipotesi di integrazione del provvedimento. Bisogna partire dalle Zfu e dal sostegno alla ricostruzione dei beni culturali delle aree colpite dello sciame sismico.

L'esame della legge di conversione del provvedimento (Dl n. 8 del 2017) è iniziata giovedì, con tempi molto stretti rispetto alla pubblicazione, avvenuta solo una settimana prima. E la commissione, secondo quanto ha spiegato il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, ha intenzione di tenere un calendario piuttosto serrato. Nella seduta di mercoledì 22 febbraio si terranno le audizioni dei presidenti delle quattro regioni coinvolte, oltre a quelle dei rappresentanti dell'Anci e dell'Unione delle province. Il 27 si procederà ascoltando gli altri soggetti interessati dalla norma, a partire dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio e dal commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani. In questa sede, parteciperanno al dibattito anche i rappresentanti della Rete delle professioni tecniche.

Ma nella prima discussione si è cominciato a parlare anche di possibili modifiche in arrivo. Per Realacci, in particolare, ci sono «margini per il rafforzamento di alcune misure, a partire da quelle relative alle zone franche»: nella versione finale del provvedimento, infatti, nonostante gli annunci della vigilia, era completamente mancata la parte relativa agli sgravi fiscali più pesanti. Non sono, cioè, state inserite né le zone franche urbane né le "no tax area" per le aree colpite dal terremoto. Adesso, l'intenzione della commissione è di lavorare per ripristinare quelle misura.

E c'è altro. Per Realacci bisogna anche «promuovere la ricostruzione dei beni culturali, che hanno riportato danni gravi ed estesi, a tal fine proponendo di dedicare allo scopo per dieci anni le entrate dell'8 per mille destinato allo Stato». È necessario, insomma, che «alle aree colpite dal terremoto pervenga il segnale di un impegno dello Stato per il loro futuro, anche attraverso l'investimento di risorse». Quindi, il secondo fronte di azione della commissione sarà dedicato al tema dei beni culturali da recuperare. «Si tratterebbe - conclude il presidente della commissione - di circa 150-200 milioni annui che garantirebbero un flusso di finanziamenti certo e costante nel tempo. Una misura sulla quale si è dichiarato favorevole anche il ministro Franceschini».

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