Appalti

Facility management, in arrivo le offerte dei fondi per il riassetto di Manutencoop

di Carlo Festa

Sono in arrivo in questi giorni le offerte per il gruppo Manutencoop, capofila italiano del facility management. Ad attenderle sono gli advisor che stanno seguendo il dossier, cioè Vitale e Jp Morgan.

In pole position secondo i rumors ci sarebbero grandi gruppi del private equity come Pai partners e Bc Partners.

Dalla fine dello scorso anno gli azionisti finanziari di Manutencoop (diversi fondi tra cui Mp Venture, Finint, Idea Capital Funds e 21 Investimenti, oltre a Unipol Banca e Mediobanca) che complessivamente detengono il 33% del capitale, hanno cominciato a valutare l’opportunità di un disinvestimento vista anche l’opportinità apertasi con le manifestazioni d’interesse spontanee e non sollecitate arrivate da alcuni private equity. Allo stesso tempo il socio di controllo Manutencoop Società Cooperativa (Msc), che attualmente ha il 67% del capitale, potrebbe cedere parte del proprio pacchetto.

Il momento per un riassetto del gruppo è propizio anche per un altro motivo: in base a un accordo fra i soci, da gennaio possono inoltre essere avviate le operazioni finalizzate all’uscita degli azionisti, attraverso la vendita. Tra Manutencoop Società Cooperativa e il gruppo di soci finanziari sono infatti stati sottoscritti accordi di put&call. Il processo sull'azienda, che ha anche in circolazione un bond da 425 milioni di euro (con scadenza agosto 2020), dovrebbe entrare nel vivoin queste settimane.

A fine anno Manutencoop ha presentato un piano industriale ambizioso, che punta a una forte crescita e porta la firma del nuovo management, il presidente Marco Canale e l'amministratore delegato Aldo Chiarini, già numero uno di Gdf Suez in Italia.

Il piano prevede un deciso incremento di ricavi e margini, mantenendo un rapporto debito/equity sostenibile con l'obiettivo di rendere il gruppo un player di riferimento per il mercato nazionale e internazionale. La società punta allo sviluppo dei business tradizionali in cui è già leader e a operazioni di M&A in Italia e all'estero (in Europa e nei Paesi del Golfo), oltre che alla crescita in specifici settori, tra cui l'efficientamento energetico. Possibile quindi l'espansione nell’attività di Energy Service Company per l'offerta di servizi specialistici finalizzati all'efficentamento energetico delle medie industrie.

Il gruppo presieduto da Aldo Canale stima ricavi in aumento da circa 956 milioni a fine 2015, a circa 1,3 miliardi nel 2021, al netto di eventuale attività di fusioni e acquisizioni. Il margine operativo lordo passerà dai circa 93 milioni di fine 2015 ai circa 160 milioni nel 2021, sempre ovviamente senza considerare eventuali acquisizioni.

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