Appalti

Buia (Ance): priorità alla riqualificazione delle città, nel solco tracciato da De Albertis

di Mauro Salerno

Priorità alla rigenerazione urbana, nel solco tracciato da Claudio De Albertis, presidente dell'associazione nazionale costruttori e della Triennale di Milano scomparso prematuramente lo scorso 2 dicembre. L'Ance, ora presieduta da Gabriele Buia, ha ricordato la figura dell'imprenditore milanese in un evento speciale tenuto ieri mattina presso la sede di Roma. Buia ha spiegato che l'eredità di De Albertis non andrà perduta. «Ora che tutti gli occhi sono puntati sul consumo di suolo - ha detto il nuovo numero uno dei costruttori - dobbiamo impegnarci ancora di più nella sfida della rigenerazione», uno dei cavalli di battaglia di De Albertis.

«Presenteremo presto al Governo - ha annunciato Buia - una proposta concreta sulla riqualificazione. Se si vuole andare nella direzione di limitare il consumo di nuovo suolo allora bisogna dare la possibilità di intervenire nelle città». Con incentivi, ma non solo. «Bisogna pianificare gli interventi - ha concluso il presidente - su brani omogenei del tessuto urbano e agevolare gli interventi di demolizione e ricostruzione». Rendendoli fattibili e convenienti, una volta per tutte.

Sollecitato dai giornalisti, Buia è tornato anche sui temi del lavoro legati ai quesiti referendari e del credito alle imprese edili che ancora stenta a tornare ai livelli pre-crisi. «Il voucher non è un toccasana e per il mondo delle costruzioni non credo sia opportuno», ha ribadito Buia confermando la posizione dei costruttori sostanzialmente contraria all'utilizzo in edilizia. «Altri settori industriali hanno necessità di avere questo strumento, noi al momento possiamo farne a meno», ha spiegato.

Quanto alle difficoltà delle imprese a trovare interlocutori finanziari nel mondo del credito, Buia ha ricordato che « dall'inizio della crisi il credito alle imprese del sistema
delle costruzioni è sceso del 70%». Oltre alla quantità, Buia si è soffermato sulla qualità dei progetti finanziati. «Avremmo preferito vedere dei finanziamenti mirati a delle tipologie di imprese consolidate e storiche che hanno come business proprio l'attività di costruzione, e non a degli imprenditori improvvisati che fanno tutt'altro nella vita e che cavalcano il sistema delle costruzioni solo come opportunità di guadagno».

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