Appalti

Dissesto idrogeologico, Gentiloni conferma Erasmo D'Angelis a capo di Italia Sicura

di Giuseppe Latour

La struttura di missione Italia Sicura va avanti. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha, infatti, appena firmato un Dpcm che lascia in vita l'Unità creata dal Governo Renzi: continuerà a lavorare con l'assetto attuale. Quindi, a capo del gruppo ci sarà Erasmo D'Angelis, mentre la parte tecnica sarà coordinata da Mauro Grassi anche nei prossimi mesi. Sono soprattutto due i dossier da affrontare nelle prossime settimane: la definizione dell'elenco di interventi da finanziare con il fondo progettazione e l'attivazione del prestito della Banca europea per gli investimenti.

La conferma della struttura – va detto – non era scontata. Le norme attualmente in vigore, infatti, prevedono che, al momento della caduta del Governo, tutte le strutture di missione collegate a Palazzo Chigi finiscano in una sorta di limbo. C'è un periodo di trenta giorni per confermarle, altrimenti decadono in maniera automatica, proprio perché sono collegate al presidente del Consiglio in carica. Italia Sicura era nata con un Dpcm il 22 luglio del 2014. Con la nascita dell'esecutivo Gentiloni, il 12 dicembre scorso, era finita nel congelatore.

Il nuovo Governo, però, ha deciso di confermare la struttura con un altro Dpcm, mantenendo la linea di grande continuità con il passato recente che ha caratterizzato tutto il suo percorso, almeno finora. Quindi, restano in sella le due figure chiave dell'Unità: il capo Erasmo D'Angelis e il suo responsabile tecnico Mauro Grassi. Il loro lavoro prosegue, seguendo la linea degli ultimi anni. Una conferma importante anche rispetto al nuovo dipartimento di Palazzo Chigi dedicato al piano Casa Italia. La struttura di missione dedicata al dissesto, infatti, rappresenta certamente il pilastro più operativo tra tutti quelli che dovranno contribuire al piano. La continuazione di Italia Sicura, quindi, è un segnale anche verso la prosecuzione di Casa Italia.

Tra i molti dossier ai quali sta lavorando la struttura, ce ne sono almeno due attesi a una svolta già nelle prossime settimane. Il primo riguarda l'attuazione del fondo progettazione: una volta attivato il plafond, Palazzo Chigi e il ministero dell'Ambiente devono definire un elenco di interventi da finanziare. La lista è quasi pronta: il ministero e la presidenza del Consiglio stavano limando gli ultimi dettagli, quando la crisi di Governo ha allungato i tempi. A inizio gennaio la partita si dovrebbe sbloccare. Allo stesso modo, è attesa a uno sblocco la questione del prestito Bei da 800 milioni, finalizzato proprio agli interventi di dissesto. La Banca europea per gli investimenti ha già deliberato il prestito, ma anche in questo caso c'è un elenco di interventi da definire.

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