Appalti

Appalti, obiettivo primo ok a inizio febbraio per il correttivo al codice

di Mauro Salerno

Perde quota l'ipotesi di una proroga della scadenza del 19 aprile per varare il primo decreto correttivo al codice degli appalti. Mentre si delinea un cronoprogramma più preciso delle tappe che la cabina di regia insediata a Palazzo Chigi intende seguire per arrivare in tempo al traguardo.

Il punto sui lavori di preparazione del provvedimento cui guardano con molta attenzione sia le imprese che le Pa è emerso nel corso di un convegno sull'attuazione del codice appalti organizzato a Bologna dalla coop Cmc. Dopo aver inviato i quesiti sulle criticità dell'attuazione a circa 160mila Rup al lavoro nelle stazioni appaltanti di tutta Italia, il lavoro della cabina di regia si concentrerà sull'analisi di tutte le audizioni svolte in Parlamento sul tema del correttivo. Da lì arriveranno gli spunti per le modifiche. L'obiettivo dei tecnici al lavoro nella commissione è licenziare il provvedimento entro le prossime 5-6 settimane, in modo da arrivare con il provvedimento pronto per il primo passaggio in Consiglio dei ministri a inizio febbraio. Come è noto, infatti, l'iter di approvazione del correttivo è identico a quello seguito per il varo del nuovo codice. Ci sono, cioè, trenta giorni per un passaggio al Consiglio di Stato, alla Conferenza unificata e, in contemporanea, alle commissioni parlamentari. In caso di parere negativo, poi, il Governo rimanda indietro il testo alle commissioni, dandogli altri 15 giorni. In tutto quindi tra un passaggio e l'altro servono più o meno due mesi tra la prima e la seconda approvazione in Consiglio dei ministri.

La prospettiva di un allontanamento dell'ipotesi di una proroga della scadenza prevista per il correttivo non può che far piacere alle imprese, che al contrario avevano più volte sollecitato una soluzione anticipata delle difficoltà ritenute più urgenti. «Vista la crisi in cui versa il settore delle costruzioni è necessario non abbandonare il solco tracciato dal precedente Governo», ha commentato il vicepresidente di Cmc Alfredo Fioretti. Anche «proseguendo con decisione la politica degli investimenti. In quest'ottica - ha aggiunto Fioretti - la conferma del Ministro Delrio a capo del Mit è stata la scelta migliore per dare continuità alla strada intrapresa».

Quanto ai contenuti, la cabina di regia si sta concentrando non solo sulle ipotesi di modifica al codice. Da questo punto di vista vengono confermate le indiscrezioni delle ultime settimane. Con l'attenzione molto focalizzata sui punti di maggiore criticità rilevati in questi primi mesi di applicazione del codice: dal subappalto (tetto del 30% legato all'intero importo e terna dei subappaltatori) all'estensione del periodo di riferimento per la qualificazione delle imprese di costruzione. Oltre alle correzioni di merito ci saranno ovviamente correzioni di tipo formale e modifiche puntate a raccordare meglio le disposizioni che hanno dato difficoltà di interpretazione. Mentre altri punti potrebbero essere trattati con circolari o comunicati congiunti con l'Anac. Nel correttivo, oltre alle richieste avanzate dall'Anticorruzione sulle modifiche da apportare alle norme sui commissari di gara e sul rating di impresa, dovrebbe poi trovare spazio anche un chiarimento definitivo sul valore (più o meno) cogente delle linee guida emanate dall'Authority presieduta da Raffaele Cantone.

«È una questione che anche il Consiglio di Stato ha sollevato più volte - ha spiegato Claudio Zucchelli, presidente del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana - . Il rischio altrimenti è che la questione di un atto vincolante che di per sè non ha valore normativo venga posta all'attenzione della Consulta dal primo Tar che si troverà a dover giudicare dell'applicazione obbligatoria di questi provvedimenti da parte di una stazione appaltante».

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