Appalti

Cantone: «Interrotta la tradizione di modificare il Codice appalti con la legge di Bilancio»

di Giuseppe Latour

«Quest'anno abbiamo interrotto la tradizione di modificare il Codice appalti con la legge di Bilancio e spero che il prossimo anno si farà lo stesso». Il presidente Anac, Raffaele Cantone, ospite di un convegno a Roma organizzato dall'associazione Nens (Nuova economia nuova società), frena sull'ipotesi di modificare il Codice appalti in tempi brevi a ogni costo. L'attenzione degli operatori andrà puntata soprattutto sulla manutenzione annuale, da realizzare entro il mese di aprile.

L'incontro era dedicato alla questione della manutenzione delle infrastrutture del paese. E Cantone ha sottolineato come «qualunque programma di manutenzione non può non passare anche dal contrasto alla corruzione». Tra i vari elementi del puzzle che serve a combattere i fenomeni corruttivi, un ruolo centrale è rivestito dalle norme. «Sono convinto che un buon Codice appalti sia uno strumento migliore i mille arresti e altri strumenti repressivi, ma deve individuare un impianto di norme chiaro. Per questo sono contento che quest'anno la legge di Bilancio non abbia cambiato il Codice e spero che non lo faccia nemmeno l'anno prossimo».

In questo quadro di nuova stabilità delle regole si colloca il correttivo, in programma ad aprile 2017, per il quale si sta discutendo un possibile (parziale) anticipo. "Sono favorevole ad anticipare alcune misure urgenti, anche perché non è detto che il decreto correttivo debba essere soltanto uno", dice Cantone. Non bisogna, però, fossilizzarsi sull'idea dell'anticipo del correttivo, se questo significa distogliere l'attenzione dall'intervento generale, che per il presidente è il pezzo più rilevante. «Il vero punto essenziale e irrinunciabile è la manutenzione da fare a fine anno. È a quella che dobbiamo guardare».

Infine, Cantone ha dedicato un passaggio alle assicurazioni, partendo dalla garanzia globale di esecuzione, «uno strumento che avevo poco senso pratico». Senza contare che c'è una questione legata alle compagnie attualmente attive nel nostro paese. «Ci sono operatori che non danno garanzie, soprattutto nella nuova Europa non ci sono i controlli rigorosi che adottiamo in Italia, questo fa sì che quando si va a riscuotere l'assicurazione, a volte, si rischia di non trovare nulla».

Sul merito del correttivo, uno stimolo nuovo è arrivato dall'Ance, che ha sottolineato la necessità di ritoccare le regole sui commissari esterni: «Avremmo gradito – spiega il vicepresidente dell'associazione, Edoardo Bianchi - che nei sistemi di aggiudicazione delle gare con offerta economicamente più vantaggiosa, i commissari fossero sempre individuati dall'Anac, e non solo per quelle sopra i 5,2 milioni di euro». In pratica, bisogna allargare al massimo la portata della nuova norma sui commissari esterni, non limitando la sua portata al sopra soglia. «Serve un periodo di due o tre anni per verificare il funzionamento concreto di queste regole».

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