Appalti

Consorzio autostrade siciliane, niente revoca della concessione: società mista con Anas

di Alessandro Arona

Mossa del cavallo del governo nella vicenda del Cas, il Consorzio autostrade siciliane, società quasi interamente detenuta dalla Regione Siciliana (insieme ad altri enti locali) che gestisce in concessione dallo Stato i 298,4 chilometri della A20 Messina-Palermo (181,8 km), A18 Messina-Catania (76,8) e A18 Siracusa-Rosolini (39,8).
Dopo anni di inadempienze formali e sostanziali da parte del Cas, e dopo anni di bilanci strutturalmente in perdita, alla presenza del premier Matteo Renzi e del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ieri (16 novembre) il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani e l'Assessore Regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Giovanni Pistorio hanno sottoscritto un accordo preliminare finalizzato allo studio di un progetto integrato tra Cas e Anas, che preveda in particolare «la costituzione di una società partecipata al 50% da Anas e dalla Regione Siciliana, al fine di assicurare il completamento della rete autostradale siciliana, il suo esercizio in regime concessorio con riscossione del pedaggio per la copertura dei costi di esercizio».
L'accordo prevede la predisposizione di un nuovo Piano economico finanziario che stabilisca una tariffazione uniforme per il pedaggiamento della rete autostradale siciliana: ai 298 km del Cas si aggiungerebbero i 401 attualmente a gestione Anas (in particolare i 193 della A19 Palermo-Catania e i 115 della Palermo-Mazara del Vallo).

Nel 2010 il Mit decretò la decadenza della concessione, bloccata però prima da una gestione "per inerzia" dello stesso Cas e poi con l'annullamento del provvediumento Mit ottenuto dal Consiglio di giustizia amministrativa (il Consiglio di Stato siciliano). Molteplici inadempienze sono state rilevate dalla Direzione vigilanza autostrade del Mit, e ancora due mese fa nella relazione annuale Autostrade il Mit scriveva che «è in fase finale l'istruttoria che porterà a una nuova disposizione di decadenza» (a fine servizio il testo della relazione Mit).

Delrio e Renzi hanno però sparigliato le carte con la mossa del cavallo. Lo Stato rinuncia alla revoca della concessione, che rischiava di trascinare la vicenda per altri anni, bloccando manutenzione e nuovi progetti, e impone alla Regione una società mista al 50% con Anas, nella quale «Anas avrà la guida industriale e la Regione l'indirizzo strategico degli investimenti», e che avrà l'obiettivo riunificare la gestione delle concessioni per le tratte A20 Messina-Palermo, A18 Messina-Catania, A18 Siracusa-Gela, A19 Palermo-Catania, A29 Palermo-Mazara del Vallo, A29 dir Alcamo-Trapani, SS 339 Catania-Siracusa, RA 15 Tangenziale di Catania, «nonché di rilanciare gli investimenti sulla rete autostradale siciliana disponendo di capacità di finanziamento autonoma».

La newco dovrà infatti reggersi in pareggio con gli introiti tariffari. «Resta inteso - spiega l'Anas - che sia Anas che Cas proseguiranno il proprio piano di investimenti già finanziati in Sicilia, mentre i nuovi investimenti non finanziati, da realizzare in base alle risorse finanziarie rivenienti dal pedaggiamento della rete autostradale in concessione ovvero dallo stanziamento di nuovi contributi, saranno identificati all'interno di un nuovo piano di investimenti da presentare alla Regione e al MIT per l'approvazione».

«Con la firma di oggi – ha spiegato il Presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani – sarà attivata una Task Force tra Cas e Anas per la definizione puntuale e implementazione del Piano di integrazione nella newco delle attività del Cas e dell'Anas. Il nuovo soggetto societario, che stimiamo possa essere costituito entro la metà del prossimo anno, rappresenta una importante innovazione con un duplice significato strategico legato alla mobilità ed al rilancio dell'economia: da un lato infatti l'operazione si pone l'obiettivo di assicurare una gestione efficiente della rete viaria siciliana con evidenti benefici per la qualità della vita ed la rivitalizzazione del tessuto produttivo, dall'altro disporre di una società industriale in grado di dialogare con i mercati e di attrarre capitali che consentano di attivare un volano per la crescita per tutta la Regione».

L'accordo pone anche le basi per sbloccare definitivamente le opere legate all'APQ in essere (2006) che comprende interventi in corso ed in attivazione per 1,4 miliardi di euro di investimenti già finanziati con risorse FSC 2000/2006 Regionali, Risorse Statali e Risorse Anas che rischiavano di bloccarsi, come:
- l'itinerario Palermo-Agrigento SS189-SS121 (Stralcio Funzionale tratto Bolognetta- Bivio Manganaro);
- l'itinerario Agrigento-Caltanissetta- A19 (Tratto Canicattì - A19);
- tre lotti della SS 117 Itinerario Nord-Sud.

«L'Accordo - spiega l'Anas - nasce dall'esigenza di risolvere una materia discussa da anni e che aveva causato interminabili controversie in merito al riconoscimento e alla definizione dei costi degli interventi. Anas e la Regione hanno infatti rilevato una insufficiente disciplina dei quadri economici e dei relativi oneri di rendicontazione, in particolare con riferimento ai costi sostenuti da Anas con proprio personale e nelle attività relative alla filiera di progettazione, realizzazione e collaudo.
L'Accordo pone inoltre le basi per la sottoscrizione del nuovo APQ rafforzato, che ha un valore complessivo tra lavori e progettazioni di 470 milioni di euro investendo tra l'altro sulla SS 115 Trapani-Mazzara del Vallo, sulla ss284 Adrano-Bronte e sulla ss117bis Licodia Eubea-A19».


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Dalla Relazione annuale Mit sulle autostrade (settembre 2016)
CONSORZIO AUTOSTRADE SICILIANE

Per l'anno 2015 persiste da parte della Società concessionaria la trasmissione incompleta
al Concedente dei dati relativi alla gestione economica e finanziaria, degli investimenti ed
amministrativa in generale, come previsto dagli obblighi convenzionali e normativi, che,
pertanto, non permette l'analisi degli stessi ai fini della presente Relazione.
La Direzione di vigilanza verifica con continuità l'operato del Consorzio per le Autostrade
Siciliane al fine di costatarne la rispondenza a quanto contenuto nella vigente convenzione
di concessione sottoscritta il 27.11.2000. Laddove si registrino non conformità, la Direzione
adotta ogni provvedimento previsto dalla citata convenzione, al fine di eliminare tali
anomalie.
Nello specifico, è stato avviato già dal 2007 una procedura di contestazione di gravi inadempienze
del Consorzio per le Autostrade Siciliane in riferimento a molteplici aspetti giungendo,
nel 2010, a dichiarare la decadenza della concessione con provvedimento emesso
dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il Ministro dell'Economia e
delle Finanze, dopo aver provveduto alla sospensione dell'adeguamento tariffario. Tuttavia
il CAS continua ad esercitare la gestione della rete autostradale in concessione, secondo
quanto stabilito nella convenzione, a seguito dell'annullamento, da parte del Consiglio di
Giustizia amministrativa della Regione Sicilia, con sentenza n. 784/2012, del citato provvedimento
di decadenza.
La Direzione ha, nel frattempo, proseguito nella propria attività di verifica e controllo dell'operato
del Consorzio prevista dalla Convenzione ed ha continuato a contestare allo stesso le
molteplici non conformità periodicamente rilevate sulle autostrade gestite. In relazione a ciò,
è stata difatti avviata, nel gennaio 2013, una ulteriore procedura di contestazione formale
per mancati adempimenti contestati, sia di natura tecnica che amministrativa, relativi al quinquennio
2009 – 2013. La procedura di contestazione è stata successivamente formalizzata
in data 4 dicembre 2014 con atto di diffida e messa in mora per un nuovo pronunciamento
di decadenza della concessione; a seguito delle controdeduzioni addotte dal Consorzio,
le stesse sono state rigettate e, ad oggi, è in fase conclusiva la relativa istruttoria che potrà
produrre una nuova disposizione di decadenza.
In aggiunta a tale contestazione formale e per fatti successivi all'avvio della stessa, questa
Direzione, anche ai fini del riconoscimento dell'adeguamento tariffario, ha ulteriormente
avanzato contestazioni per inadempimenti di natura tecnica e amministrativa al CAS, al
30 giugno dell'anno 2014 (relativi all'anno 2013), al 30 giugno dell'anno 2015 (relativi
all'anno 2014) ed al 30 giugno 2016 (relativi all'anno 2015) per gli inadempimenti alla
vigente convenzione.

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