Appalti

Anas/2. Mazzonicini (Fs): «Necessario risolvere i contenziosi prima della fusione»

di A.A.

C'è qualche intoppo nel processo di integrazione di Anas nel Gruppo Fs, e prima ancora nel processo di autonomia finanziaria e "crescita industriale" di Anas. Dopo le anticipazioni di «Edilizia e territorio» molte conferme sono arrivate ieri.
«Ci sono tre gradini per l'operazione di integrazione fra Anas e Ferrovie dello Stato» ha spiegato l'Ad di Fs Renato Mazzoncini. Il primo «è che l'operazione venga considerata giusta dal punto di vista strategico», il secondo riguarda il fatto che l'Anas «si doti di autonomia finanziaria e cambi il contratto con il Ministero, per uscire dal perimetro della P.a. secondo i criteri Eurostat», il terzo punto invece «è che si trovi una soluzione per i contenziosi in capo ad Anas».
Il manager di Fs continua a essere convinto che, «vista la convergenza tra il ministero delle Infrastrutture e Palazzo Chigi, la maggior parte dei problemi saranno affrontati», confermate quindi le aspettative attese per la metà del 2017, «ma per una conferma - soprattutto per quanto riguarda l'autonomia finanziaria - bisogna aspettare le norme della legge di Bilancio», ha concluso Mazzoncini.

Preoccupata anche l'Ance (Associazione nazionale costruttori edili), che si era espressa favorevolmente, nelle settimane scorse, sullo sblocco dei contenziosi con i 700 milioni di euro e sul percorso per l'autonomia finanziaria. « Riteniamo indispensabile - sottolinea Gabriele Buia, vicepresidente vicario dell'Ance - garantire all'Anas la possibilità di attuare un piano industriale efficiente tenendo conto della necessità di avvalersi di professionalità adeguate alle nuove esigenze dettate dal codice degli appalti. Con le nuove regole servono professionalità in grado di realizzare progetti esecutivi di qualità: altrimenti si rischia un rallentamento, se non la paralisi degli investimenti».

Il nodo contenzioso

«C'è un problema se non hai uno strumento per risolvere il contenzioso e qualora Fs
comprasse Anas con un rischio contenzioso indefinito diventa un problema», ha detto il presidente di Anas, Gianni Armani, in audizione al Senato, spiegando che «avere una parte non definita e un non chiaro processo di definizione aumenta l'aleatorietà dell'acquisizione e può creare costi nascosti nell'acquisire Anas».
Serve dunque un «processo più chiaro», ha detto Armani: «definire i fondi per il contenzioso, che ci sono». «Devono essere o ridestinati con delibera Cipe o per legge», ha indicato il presidente di Anas, precisando di avere «avuto dal punto di vista politico molte rassicurazioni sullo sblocco delle risorse».

La possibilità di risolvere i contenziosi in capo ad Anas «è certamente fondamentale», ha confermato ieri il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Graziano Delrio, interpellato a
margine di un convegno sul Corridoio Renzo-Alpi, sulle conseguenze dello stralcio della norma dalla bozza del Ddl di bilancio. «C'è un problema di adeguatezza
dello strumento», ha spiegato. E a chi gli chiedeva se verrà definito uno strumento ad hoc, «vediamo, ci ragioniamo», ha risposto.

Il nodo assunzioni
«Pensare che con una legge si blocchino le assunzioni fino al giugno 2018 senza pensare alle
conseguenze per me è incomprensibile e si deve prendere una posizione». Lo ha detto il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani a margine di un'audizione al Senato, in riferimento a quanto previsto dal Dlgs Madia sulle partecipate. «È impossibile mandare avanti un piano industriale senza avere la libertà di prendere decisioni industriali», ha aggiunto Armani, ricordando che Anas ha «un piano industriale che a fronte di 122 milioni di risparmi nell'arco di piano prevede 1.000 assunzioni».

Campione nazionale
Il nuovo soggetto che nascerebbe dalla fusione tra Anas e Fs avrebbe
10 miliardi di fatturato complessivo, 60 miliardi di euro di immobilizzazioni e investimenti potenziali per 7,2 miliardi l'anno. Lo ha riferito Gianni Vittorio Armani presidente di
Anas ascoltato in commissione Lavori Pubblici del Senato. Armani ha aggiunto che il personale totale ammonterebbe a 75mila unità mentre sarebbero 42mila chilometri le reti
gestite. Si punta a creare, ha sottolineato Armani, un "potenziale campione nazionale nelle infrastrutture trasportistiche".

Anas non fa più politica
«C'è un cambio strutturale nel ruolo di Anas, che stiamo cercando di portare avanti in questo approccio nuovo: Anas non è il negoziatore delle opere né chi definisce le priorità. Anas è uno strumento di oggettivizzazione delle decisioni ma non è un soggetto politico». Lo ha sottolineato il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani in audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato, evidenziando il cambio di passo rispetto al passato.
«La struttura di Anas si è prestata nel tempo a negoziare con il territorio le infrastrutture da fare: questo è un modo innaturale di vedere un soggetto industriale», ha detto Armani,
precisando che «sulle nuove opere può dare un supporto tecnico, ma la decisione è politica. Noi come azienda dobbiamo fare un passo indietro, non cercando carriere passando da strutture tecniche. E ci stiamo provando».
«Chi mi ha preceduto (Pietro Ciucci, ndr) aveva rapporti politici con tutta la classe politica territoriale e parlamentare e gestiva questo in prima persona», ha detto ancora Armani, evidenziando il cambiamento rispetto al passato: «Noi riteniamo che c'è un concedente che è un soggetto politico ed è lui che deve portare avanti le scelte strategiche del Paese». «Abbiamo alimentato una classe dirigente che più che le competenze tecniche e ingegneristiche alimentava le competenze relazionali: questa - ha puntualizzato Armani - non è la strada che noi vogliamo imboccare».

L'audizione di Armani in Senato

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©