Appalti

Accelera il piano anti-dissesto: Palazzo Chigi stima una spesa di 1,1 mld nel 2017

di Giuseppe Latour

Come spendere 9,8 miliardi in otto anni, tra il 2016 e il 2023. L'Unità di missione Italia Sicura ha fatto i conti sulle previsioni di cassa per i prossimi anni in tema di dissesto idrogeologico. Considerando i fondi attualmente a disposizione, gli uffici del responsabile Mauro Grassi hanno calcolato quanto potrà essere materialmente investito, anno per anno, in tutti i piani controllati da Palazzo Chigi. Il risultato è che il 2016 si chiuderà a quota mezzo miliardo: un risultato interlocutorio, frutto di una spinta non eccelsa della nuova programmazione. Ma dal 2017 è previsto l'inizio di una progressione: la spesa salirà a quota 1,1 miliardi, anche grazie all'apporto dei Patti per il Sud e del prestito Bei da 1,8 miliardi (in lavorazione in queste settimane), che andrà a regime. Il picco sarà toccato nel 2019, arrivando a 1,9 miliardi. Dal 2021, invece, inizierà una netta discesa.

Per fare il quadro completo della situazione, torniamo all'anno in corso. Il 2016, secondo le previsioni, si chiuderà con una spesa a quota 507 milioni di euro. Su questo dato avrà ancora un peso decisivo la vecchia programmazione, che incide per più della metà. Il resto lo fanno soprattutto le opere di forestazione. La parte relativa alla nuova programmazione avrà un impatto molto limitato: siamo nell'ordine dei 50 milioni di euro. Sono numeri sui quali pesa la partenza lenta del piano città metropolitane, che ha avuto qualche intoppo in fase di messa a punto delle gare, anche a causa dell'entrata in vigore del nuovo Codice appalti. Allo stesso modo, anche il fondo progettazione da 100 milioni di euro, da poco regolato da un decreto, non è stato messo a regime velocemente come era previsto.

Nel 2017 dovremmo assistere alla vera impennata di questi numeri: la spesa di cassa per opere di messa in sicurezza del territorio, infatti, dovrebbe sfondare il muro del miliardo, avvicinandosi a quota 1,2 miliardi. Se le opere di forestazione resteranno su un livello molto simile a quello attuale, la vecchia programmazione supererà di poco i 400 milioni di euro. E la nuova programmazione dovrebbe iniziare ad accelerare, superando i 600 milioni. Su questi valori incideranno tre voci: il piano aree metropolitane, che finalmente comincerà a "tirare" risorse a pieno ritmo, i Patti per il Sud, che decolleranno definitivamente, e i fondi del prestiti Bei. Da quegli 1,8 miliardi Palazzo Chigi prevede una spinta importante per gli anni futuri.

Questo trend si consoliderà nel 2018, quando il Governo mette in conto 1,7 miliardi di spesa complessiva. Il dato si ottiene grazie a una leggera crescita dell'impegno della vecchia programmazione e della forestazione ma, soprattutto, grazie ancora una volta alla nuova programmazione, che toccherà il miliardo di cassa. Un tiraggio che sarà guidato dal prestito Bei e dai Patti per il Sud, che dovrebbero muovere più o meno i due terzi delle risorse. La tendenza viene confermata nel 2019 e nel 2020, quando la cassa toccherà il suo livello massimo, arrivando intorno agli 1,9 miliardi di euro. Dal 2021 inizierà la discesa (1,3 miliardi), soprattutto perché a quel punto il piano aree metropolitane avrà esaurito il suo potenziale.

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