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Terremoto/1. Sindaci in pressing sul governo: più aiuti alla popolazione e più poteri sugli interventi urgenti

di Massimo Frontera

La conversione in legge del decreto terremoto entra nel vivo oggi, con una serie di audizioni presso la commissione Bilancio del Senato. Sarà ascoltato l'Anci, il Commissario Vasco Errani, il capo della Protezione civile Curcio e i presidenti delle quattro Regioni. In Senato il primo decreto terremoto sarà integrato con il secondo provvedimento approvato venerdì scorso. Nei giorni della conversione in legge ci sono spazi per modifiche, anche a favore delle imprese, assicura il relatore del provvedimento in commissione, Silvio Lai (Pd). Ma intanto l'emergenza sfollati preme, i conti della ricostruzione salgono - almeno 12 miliardi, ricorda sempre il senatore Lai - manca il numero esatto dei nuovi Comuni da includere nel "cratere" allargato, e restano da scrivere le numerose ordinanze previste dal Dl varato dopo il sisma di agosto.

Un'ordinanza in particolare è molto attesa: serve per avviare le riparazioni degli edifici con lievi danni; e non si è vista entro la scadenza del 2 novembre scorso.
Probabilmente perché, dopo il secondo sisma, questa possibilità di intervento è stata ampliata (si veda «Il Sole-24 Ore» di sabato 5). Ieri intanto è stato il giorno degli enti locali. Circa 600 sindaci sono stati ospitati alla Camera in una speciale cerimonia. Molti i cittadini dei territori flagellati dal sisma. Il sindaco del Comune di Amatrice non ha indossato la fascia per esprimere il senso di abbandono vissuto dal suo territorio. «Confermiamo il nostro impegno - ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini - non vi lasceremo soli; siamo impegnati a non lasciare sole quelle comunità». «Non vi lasceremo soli - ha ribadito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti - condivideremo la sfida e l'impegno per il ritorno alla normalità». Gli enti locali sono andati in pressing sul governo con l'obiettivo, fra l'altro, di allargare gli spazi di manovra negli interventi di somma urgenza e potenziare gli aiuti alle popolazioni colpite; e ieri sera una rappresentanza dell'Anci ha rinnovato le richieste, incontrando il commissario Vasco Errani, il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e De Vincenti.

«C'è necessità di sbloccare i lavori e acquisire beni e servizi», ha detto il presidente dei sindaci, Antonio Decaro. C'è poi da sciogliere il nodo della sospensione degli adempimenti fiscali con le scadenze di Imu, Tari e Tasi. Gli enti locali cercano di battere il ferro caldo della conversione in legge del decreto terremoto. «Questa settimana, probabilmente entro il 10 novembre, fisseremo il termine per gli emendamenti, in modo da poterli votare la settimana successiva e passare il testo all'Aula la settimana seguente», riferisce Silvio Lai (Pd), relatore del provvedimento in Commissione Bilancio di Palazzo Madama. La discussione in Senato è quella decisiva. «L'accordo all'interno della maggioranza e con le altre forze politiche è che il decreto viene predisposto al Senato e la Camera, tendenzialmente, non dovrebbe avere modifiche», aggiunge Lai. Oltre all'integrazione del decreto con il secondo provvedimento varato venerdì 4 dal Cdm, che altri spazi di manovra ci sono?

«Una delle novità del nuovo decreto - risponde Lai - è l'estensione della possibilità di assumere l'iniziativa di riparazione in caso di danno lieve, che abbiamo chiesto di estendere anche alle imprese agricole. Noi cercheremo di fare in modo che su quel punto ci sia più spazio all'iniziativa privata, dentro un quadro di regole già definito ma che consente di agire a chi può intervenire rapidamente, soprattutto per far ripartire le imprese. Abbiamo comunque uno spazio per ragionare, ma stando attenti al fatto che stiamo parlando di 12 miliardi di ricostruzione, cifre molto appetibili per i sistemi di criminalità organizzata».

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