Appalti

Anticorruzione a corto di risorse, nel Dl fiscale il primo salvagente per Cantone

di Mauro Salerno

Potrebbe arrivare dai banchi dei Conservatori e Riformisti, componente «fittiana »del gruppo misto alla Camera, una stampella per i conti dell'Autorità Anticorruzione. Porta la firma di Rocco Palese, vicepresidente della commissione Bilancio, un emendamento al decreto fiscale per disinnescare la tagliola che impedisce a Raffaele Cantone di usare i fondi già disponibili nelle casse dell'Anac, per investire nelle risorse necessarie a far fronte ai nuovi compiti .

«Non chiediamo soldi al Parlamento né al Governo, ma solo di utilizzare i fondi che già abbiamo», ha spiegato in un recente incontro con la stampa il presidente Cantone, lanciando l'allarme sulla possibilità che l'Anac finisca la benzina a fine anno e non abbia più i mezzi necessari per svolgere i propri compiti a partire da gennaio. Mentre nelle pieghe del bilancio dell'Autorità si nasconde un "tesoretto" di 82,8 milioni parcheggiati nel fondo cassa, ricavati da una drastica riduzione delle spese di funzionamento.

Per sbloccarli serve un intervento normativo. Una misura di questo genere era contenuta già nelle prime versioni del «decreto terremoto». Ma è stata stralciata per questioni di compatibilità con l'oggetto del decreto.

Ora ci si riprova con il passaggio parlamentare del decreto fiscale. L'emendamento firmato da Palese punta a tirar fuori l'Anac dal perimetro delle amministrazioni costrette a sottostare ai vincoli imposti dagli obiettivi di contenimento della spesa. «È una delle tante contraddizioni di questo Governo - dice Palese -: da un lato investe l'Anac di sempre maggiori competenze e dall'altro non riesce da oltre sei mesi ad approvare una norma che consenta alla struttura di Raffaele Cantone non di ottenere più soldi, ma di utilizzare quelli che ha in cassa».

Non è certo che l'emendamento, uno degli circa mille presentati, superi il vaglio di ammissibilità della commissione Bilancio. Tantomeno che arrivi il sostegno del Governo. Anche in questo caso, infatti, la misura potrebbe essere considerata estranea all'oggetto del provvedimento e finire in fuorigioco. Da parte sua Palese si augura «che il Governo dia parere favorevole a questo emendamento perché quello sulla lotta alla corruzione é uno degli investimenti più importanti per sostenere crescita e sviluppo nel nostro Paese». Se così non fosse, resterebbe comunque aperta la strada della legge di Bilancio, che ha cominciato il proprio cammino alla Camera proprio in questi giorni. In quella sede, il sostegno alla misura anche da parte di altre forza politiche, in particolare quelle della maggioranza, non dovrebbe mancare.

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