Appalti

Manovra/5. Con il «fondo Renzi» la prima linea di credito per gli interventi Casa Italia nel 2017

di Massimo Frontera

La legge di Bilancio contiene l’apertura di una linea di credito a Casa Italia. Dal primo gennaio, il grande progetto “transgenerazionale” di messa in sicurezza del territorio e degli immobili in situazioni più a rischio potrà pescare, per le prime misure operative, da un maxi-fondo da 44 miliardi in 16 anni. Si tratta del fondo istituito presso la Presidenza del Consiglio e destinato al sostegno pubblico in sette grandi settori di spesa.

Intanto lunedì prossimo, per Casa Italia ci sarà anche il calcio d’inizio, con la prima riunione tecnica con i 13 esperti finora nominati (su 17 previsti nello schema organizzativo). La riunione si svolgerà a Palazzo Chigi, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e sarà guidata dal coordinatore di Casa Italia Giovanni Azzone. L’incontro servirà a impostare la montagna di lavoro che attende il pool di tecnici da qui ai prossimi mesi. Stamattina Azzone, in qualità di rettore del Politecnico di Milano, ospiterà il premier, Matteo Renzi, nell’incontro con i dottorandi del Polimi che si stanno formando proprio nelle competenze che serviranno a Casa Italia: architetti, ingegneri sismici, matematici, ingegneri gestionali.

Giovani cervelli e professionalità in rappresentanza della generazione destinata a prendere il testimone della scommessa di lunga gittata che il premier ha voluto lanciare con Casa Italia.

Intanto, come si diceva, la legge di Bilancio apre i cordoni della borsa per le iniziative targate Casa Italia. Le risorse previste dall’articolo 21, conferma Azzone, «creano un fondo da cui si potrà attingere anche per Casa Italia, a partire dai “cantieri-pilota” di Renzo Piano».

Tra i settori di spesa previsti dall’articolo 21 ce ne sono almeno tre che sono inclusi a tutto tondo nel piano Casa Italia: difesa del suolo e dissesto idrogeologico; edilizia pubblica «compresa quella scolastica»; prevenzione del rischio sismico. In altri settori il tema della prevenzione e della sicurezza resta sullo sfondo o nelle premesse, come nel capitolo “trasporti e viabilità” o in quello delle “infrastrutture”.

La prima spesa, che si conta di avviare già da quest'anno, sarà proprio per gli interventi pilota che sta progettando il team di architetti guidato da Renzo Piano. L’obiettivo resta quello di individuare, entro sei mesi, dieci prototipi per indicare altrettante “best practices” per mettere in sicurezza sismica edifici residenziali. Resta confermato che la scelta cadrà su edifici abitativi pubblici esistenti, localizzati in diverse zone a rischio sismico e realizzati in diverse tipologie costruttive. Il costo di questi interventi-pilota sarà sull’ordine di 20-30 milioni di euro. Non sarà pertanto questo ad assorbire il grosso del budget che sarà richiesto al “fondo Renzi”.

La decisione sugli stanziamenti è saldamente incardinata a Palazzo Chigi. Le risorse - a partire dai 1,9 miliardi del 2017 - saranno assegnate con Dpcm su proposta del Mef e «di concerto con i ministri interessati». Di fatto, Palazzo Chigi avrà la prima e l’ultima parola (salvo uno stretto monitoraggio sulla spesa).

Il fondo è anche “predisposto” per attivare il meccanismo dei mutui Bei, cioè quel moltiplicatore che consente di anticipare una grande quantità di risorse, sfruttando il bassissimo tasso di interesse garantito dalla Banca europea degli investimenti. Si tratta del meccanismo già sperimentato sull’edilizia scolastica, in corso di attivazione sugli interventi contro il rischio di dissesto idrogeologico e, infine, previsto – come possibilità – anche per la ricostruzione pubblica nelle aree colpite dalle scosse dal 24 agosto in poi.

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