Il Commento Appalti

Nel nuovo codice (e nel ruolo dell'Anac) i primi antidoti alle storture degli appalti legge obiettivo

di Giorgio Santilli

Arriva una nuova, pesante indagine sul sistema delle grandi opere avviato nel decennio scorso e ancora una volta è necessario che la magistratura faccia chiarezza sulle patologie del sistema per punire i colpevoli e, su un altro piano, che governo e Parlamento lavorino per eliminare le storture, se ancora ve ne sono.

Una delle figure-chiave della nuova indagine sulle grandi opere è Giampiero De Michelis che fino al 2015 è stato il direttore dei lavori delle tre grandi opere oggetto dell'indagine, un lotto del Terzo valico, il terzo macrolotto della Salerno-Reggio Calabria e il People mover di Pisa. Come già nell'inchiesta avviata un anno e mezzo fa a Firenze, sotto accusa è il sistema del general contractor e, in particolare, la direzione lavori delle grandi opere che, per una disposizione della legge obiettivo a suo tempo definita «criminogena» dal presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, veniva affidata allo stesso general contractor o a persona da lui individuata. Controllore e controllato associati nella stessa figura in un groviglio ambiguo e patologico di responsabilità.

Due fatti tutt'altro che irrilevanti, però, sono intercorsi da quell'inchiesta denominata Sistema e da quel primo faro acceso su questa inquietante stortura del sistema.
Il primo fatto, di pochi giorni fa, è proprio la conclusione di una parte importante di quell'indagine con l'archiviazione del reato di associazione a delinquere e del reato di corruzione in alcune delle fattispecie indagate per i due più importanti indagati, Ercole Incalza e Stefano Perotti. Perotti fu indagato proprio per la sua attività di direttore dei lavori. Bisogna attendere che tutti i vari rami di quell'inchiesta arrivino a conclusione per fare un bilancio definitivo delle responsabilità personali degli indagati, ma il primo dato è di notevole alleggerimento di quelle posizioni individuali.

Una conclusione definitiva è invece già possibile sul piano legislativo per quella norma che affidava al general contractor anche le competenze di direzione lavori. Il nuovo codice appalti ha cancellato quella norma e ha ridimensionato notevolmente la figura del general contractor. È il secondo fatto intercorso e questo cambia certamente lo scenario in cui oggi lavorano le imprese e le amministrazioni pubbliche del sistema appaltistico. In altri termini, già oggi è più difficile creare quel tipo di conflitto di interessi che sembra aver generato numerose patologie nel sistema passato della legge obiettivo. Molte cose sono ancora da mettere a punto, ma l'approvazione del codice appalti e il ruolo di vigilanza e regolazione assunto dall'Anac di Raffaele Cantone fanno credere che alcune distorsioni macroscopiche non si verificheranno più.

Se ne potranno verificare altre, perché la corruzione resta largamente diffusa negli appalti, ma alcuni antidoti sono stati messi in funzione e dovrebbero aiutare a ridimensionare questi fenomeni. Così come il potere di commissariamento delle imprese colpite dalle indagini, sperimentato dall'Anac da Expo in avanti, può consentire di perseguire i colpevoli (e costringerli a lasciare l'azienda) senza bloccare eventuali lavori in corso.