Appalti

Autorizzazioni paesaggistiche, Sovrintendenze in affanno: l'80% delle richieste rischia di restare inevasa

di Giuseppe Latour

Soprintendenze sotto una montagna di arretrati. Con un destino che, nei prossimi anni, potrà soltanto peggiorare: valutando i numeri del personale e incrociandoli con le pratiche che arrivano negli uffici ogni giorno, l'80% di queste non può essere materialmente evasa. Sono le drammatiche stime del ministero dell'Ambiente sulle autorizzazioni paesaggistiche, venute fuori nel corso della discussione del decreto di attuazione della riforma Madia che dovrà radicalmente riformare la materia, individuando con esattezza il perimetro nel quale è necessaria l'autorizzazione e inaugurando anche una speciale procedura semplificata, a beneficio dei cittadini che vogliono realizzare interventi di impatto minore.

«Al momento soltanto il 20% delle pratiche che pervengono alle Soprintendenze sono da loro affrontabili, a causa della carenza di organico». Sono parole del sottosegretario al ministero dell'Ambiente Ilaria Borletti Dell'Acqua, che gettano una pesante ombra sulla situazione delle autorizzazioni paesaggistiche in Italia. Una revisione del perimetro di azione delle Soprintendenze è necessaria, soprattutto perché esiste una sproporzione netta tra il carico di domande e la capacità che la Pa attualmente ha di evaderle.
Qualcosa sarà fatto per rimpolpare gli uffici delle amministrazioni: è infatti «previsto un incremento dell'organico di 500 unità, che non sarebbe comunque sufficiente a evadere tutte le pratiche che a loro pervengono». Soprattutto, però, serve una riforma del perimetro delle autorizzazioni, all'interno della quale integrare anche il silenzio assenso, con termine fissato a 90 giorni.

«Il cittadino ha diritto ad una risposta e le Soprintendenze vanno per questo messe in condizione di farlo e di esprimere pareri qualificati in tempi accettabili». In questa direzione viaggia lo schema di Dpr che attua la riforma Madia. Tramite il decreto si cercherà di creare «un sistema più proporzionale, in cui si differenzi il trattamento a seconda che si tratti di un intervento su una finestra o sul colore della facciata piuttosto che di un intervento di ricostruzione di un nuovo edificio». In alcune ipotesi sarà possibile accedere a una procedura semplificata e più rapida.

Oltre a questo, c'è anche preoccupazione per un problema storico, collegato a filo doppio con quello delle autorizzazioni, come spiega ancora il sottosegretario: «La mancata approvazione dei piani paesaggistici da parte di molte Regioni». Sono solo due le Regioni che hanno già approvato i loro piani, Toscana e Puglia. Quello del Piemonte dovrebbe arrivare entro l'anno e subito dopo dovrebbe essere licenziato quello del Lazio. In tutto il resto del paese siamo ancora a zero. Anche in questo caso, però, «il provvedimento in esame spinge verso un'accelerazione dei processi di approvazione». Ma allo studio c'è un ulteriore passo avanti. L'esecutivo sta cercando soluzioni «anche con apposizione di termini, per l'approvazione dei piani paesaggistici da parte delle regioni inadempienti». Le Regioni, cioè, potrebbero ricevere delle lettere di messa in mora, con l'indicazione di termini massimi per approvare i piani.

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