Appalti

Crif Ratings: giù la redditività delle costruzioni. Pesa la stretta del credito: rilancio ancora lontano

di Mau.S.

Dopo quasi dieci anni di crisi il settore delle costruzioni è ancora lontano dalla ripresa. È questa la conclusione cui giunge la società di rating del credito Crif Ratings sulla
base di un'analisi condotta su un campione rappresentativo di bilanci delle aziende del settore.

Nello studio, Crif Ratings evidenzia come la marginalità operativa dei costruttori sia scesa al 6,2% nel 2015, dal 6,5% del 2014, un livello piuttosto distante dall'8,6% del 2007. «Il calo della redditività è coerente con l'andamento del tasso di default del settore che negli anni di crisi è cresciuto notevolmente fino ad un picco del 9,5% nel 2013», sottolinea Crif. Anche se nei due anni successivi si è registrata «un'inversione di tendenza con una discesa
fino al 7,0% del 2015, un livello comunque ben al di sopra del 5,9% rilevato nel 2007». Il tasso di default del settore.

La crisi non è comunque passata invano. «Oggi il tessuto produttivo risulta sicuramente più robusto - si segnala nel report - , in virtù dell'importante processo selettivo che ha caratterizzato il settore nell'ultimo decennio». Tuttavia, secondo l'agenzia Crif, «permangono elementi di scenario che frenano uno sviluppo sostenibile e duraturo», mentre vengono giudicati ancora insufficienti, i «timidi segnali di ripresa della domanda immobiliare».

In particolare sono due le strozzature che ancora tengono a freno le possibilità di ripresa delle attività nei cantieri: una svolta sul fronte della crescita economica generale e la riapertura dei rubinetti del credito alle imprese da parte delle banche. «Su entrambi i fronti la prudenza è d'obbligo - commenta Paolo Bono, associate presso Crif Ratings -. Anche nel biennio 2016-17 la crescita del Pil italiano resterà modesta, uno scenario non proprio ottimistico per un mercato spiccatamente ciclico come quello immobiliare. Allo stesso tempo, gli investimenti sono limitati dalla stretta creditizia che continua a colpire le imprese di costruzioni».

I finanziamenti erogati dal sistema bancario al settore sono in contrazione da cinque anni, un trend che non sembra arrestarsi: «Dai 164 miliardi di euro del settembre 2011 - rilevano da Crif - si è progressivamente scesi fino ai 130 miliardi del luglio 2016 (-21%), stando alle rilevazioni di Banca d'Italia».

Per la società di rating la stretta creditizia sarebbe giustificata dall'aumento «esponenziale» delle sofferenze bancarie che caratterizzano il rapporto tra istituti di credito e imprese edili. Il dato riportato da Crif ratings è di 40 miliardi di euro (a luglio 2016), un valore quintuplicato negli ultimi sei anni e che da solo vale il 31% di tutti i finanziamenti erogati all'edilizia (come dire che un prestito su tre finisce male) e il 28% delle società non finanziarie. Un dato che, si sottolinea nel report, salirebbe «al 43% considerando anche le società immobiliari a valle della filiera».

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