Appalti

Attuazione codice/3. Due linee guida per l'Anac: ora lo scoglio del rating di impresa

di Giuseppe Latour e Mauro Salerno

Due linee guida pubblicate in Gazzetta, il report sulle Soa inviato a Camere e Governo, due vademecum vicini al traguardo finale e l'impasse improvviso sul rating di impresa. Dopo la partenza sprint di fine aprile - con la pubblicazione in un colpo solo di sette proposte di linee guida messe in consultazione tra gli operatori - il cammino dell'Autorità Anticorruzione sul terreno scivoloso della «soft law» per l'attuazione del codice ha un po' rallentato.

Il bilancio stilato a sei mesi dall'entrata in vigore del Dlgs 50 segna due sole linee guida arrivate fino in fondo. Si tratta dei vademecum relativi all'affidamento dei servizi di ingegneria (un tema che peraltro l'Autorità aveva già affrontato con una delibera a inizio 2015) e le indicazioni sull'applicazione dell'offerta più vantaggiosa. Anche se non è propriamente un provvedimento attuativo, è stato svolto nei tempi il report straordinario sulle Soa inviato a Governo e Parlamento a luglio.

Comincia invece ad accumulare ritardo il lavoro sulle altre linee guida messe in campo perlomeno in bozza dall'Authority. Due di queste (quella sui Rup e soprattutto l'attesissima delibera sui commissari di gara) potrebbero essere sbloccate a breve, ricevendo l'ok finale del Consiglio già la prossima, se non questa, settimana. In entrambi i casi i documenti hanno già ottenuto il placet di Consiglio di Stato e Parlamento. Dunque l'ok del Consiglio spianerebbe la strada verso la Gazzetta Ufficiale. Anche per le linee sul sottosoglia manca solo l'ultimo timbro Anac.

Ci vorrà invece più tempo per gli altri provvedimenti in mano all'Autorità. Devono ancora ricevere i pareri le linee guida sul Ppp, sulle procedure negoziate per beni e servizi infungibili e sulle cause di esclusione dalle gare per i «gravi illeciti professionali». Mentre, a quanto risulta, non si è ancora parlato delle indicazioni relative al controllo degli appalti in house dei concessionari.

Soprattutto, pesa l'impasse registrata nelle ultime settimane sul rating di impresa: uno dei punti più qualificanti delle riforma in vigore da aprile e su cui l'Anac ha varato un supplemento di istruttoria con gli operatori per verificare la possibilità di superare gli ostacoli che hanno consigliato di congelare la bozza messa in consultazione in estate. «Abbiamo bisogno di tempo», ha spiegato Cantone la scorsa settimana, intervenendo all'assemblea dell'Anci a Bari. «Prima ci si dice che è fondamentale che le linee guida nascano dal confronto, poi ci si dice che si perde tempo. Non vogliamo fare linee guida al ribasso e i tempi per l'emanazione non sono perentori».

Numeri a parte, impossibile non considerare che dalle mani di Cantone passano le questioni più delicate e con maggiore tasso di innovazione rispetto al vecchio sistema. In questi casi, prudenza e metodo "concertativo" sono d'obbligo per evitare di far fallire in partenza un riforma sulla carta molto ambiziosa.

Una buona notizia dovrebbe poi arrivare sulla questione risorse. Nelle prime versioni del decreto terremoto era infatti stata inserita una norma destinata a far saltare il tappo della spending review che impedisce all'Anac di investire in risorse umane e tecnologie usando il tesoretto di circa 80 milioni già in cassa. Quella norma alla fine è saltata, forse per difetto di competenza rispetto alla materia del decreto varato dal Governo martedì 11 ottobre. Non è detto, però, che non possa ricomparire durante l'esame parlamentare del provvedimento.

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