Appalti

Appalti: nei primi nove mesi importi giù del 12,6%, tra gli enti cresce solo l'Anas

di Alessandro Lerbini

Anche a settembre il mercato dei lavori pubblici chiude con segni negativi. Dopo i primi 9 mesi dell'anno il settore dei bandi di lavori aumenta le perdite rispetto allo stesso periodo del 2015.

Le novità introdotte dal codice appalti non sono state ancora "digerite"da molte amministrazioni che devono mandare in gara nuove opere pubbliche.

Si tratta, però, degli stessi enti che stanno dando nuova spinta alla progettazione con un boom di procedure e di importi. Tutto ruota intorno all'appalto integrato: a spostare l'ago della bilancia verso l'architettura e l'ingegneria è stata proprio l'abolizione del bando "misto" progettazione-lavori (a esclusione dei settori speciali), molto utilizzato dagli enti fino allo scorso aprile.

In questo modo le gare di progettazione sono "riemerse" e viaggiano con ritmi da record mentre per i lavori continua la flessione di iniziative e di valori.
Sulla riduzione delle gare pesano inoltre gli accorpamenti di piccole amministrazioni (unioni di comuni) per la pubblicazione di nuovi appalti.

«Tutti si sono accorti che nel nuovo codice degli appalti c'erano più di 100 errori ma c'è una filosofia di fondo, quella della programmazione - ha dichiarato il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone alla 33ma Assemblea nazionale dell'Anci -. Questo codice parte dall'idea della responsabilità: i "deve" sono stati sostituiti dai"'può'". Ora non si possono fare i lavori se non c'è una programmazione seria con un piano definitivo. È finita la pacchia delle varianti. Gli enti locali - ha continuato Cantone - devono avere il tempo di adeguarsi come le Regioni devono individuare i fondi. Ma come è stato evidenziato sono diminuiti gli appalti anche del 70%: questo è un problema di adeguamento degli enti locali perchè nel codice ci sono norme con criteri molto semplificati».

A certificare l'andamento del mercato è l'osservatorio Cresme Europa Servizi che ha rilevato, da gennaio a settembre, 11.941 bandi per 14,675 miliardi, pari a un calo del 9,2% per il numero e del 12,6% per gli importi rispetto allo stesso periodo del 2015. Pesante, inoltre, la riduzione delle gare a settembre (1.294, -19,5%).

Tra le grandi stazioni appaltanti, solo l'Anas chiude il periodo con entrambi i segni positivi grazie a 461 gare (+2,4%) per 1,031 miliardi (+139%) frutto di numerosi pacchetti di accordi quadro.
Male invece i comuni che perdono il 10% di bandi (7.221) e il 30% di importi (3,2 miliardi), la sanità pubblica (-20% e -40%), le Ferrovie (-8,5% e -48%).
Tutte in negativo le classi d'importo tranne i valori dei lavori più piccoli fino a 150mila euro (+8,3%) e delle maxiopere oltre i 50 milioni (+13,8%).

I dati Cresme di settembre

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