Appalti

Termovalorizzatori, operativo il decreto del governo: servono otto nuovi impianti

di Massimo Frontera

Dopo un lungo e travagliato confronto con le Regioni, è arrivato alla pubblicazione il Dpcm sulla gestione dei rifiuti (attuativo dell'articolo 35 del decreto sblocca Italia) nel quale viene individuato il fabbisogno di impianti di termovalorizzazione per smaltire la produzione di rifiuti urbani (in base a una situazione "fotografata" al novembre 2015).
Secondo il documento, a fronte della produzione di rifiuti urbani, c'è un delta significativo tra la capacità di smaltimento assicurata dai 40 impianti in esercizio e il fabbisogno di smaltimento. Complessivamente, il decreto individua un fabbisogno pari a 13 impianti. Di questi, cinque sono autorizzati ma non sono in esercizio. Si tratta degli impianti di Sesto Fiorentino in Toscana, dei due impianti nel Lazio di Roma, S.Vittore, dell'impianto di Gioia Tauro in Calabria e quello di Statte (Ta) in Puglia. Ma anche se questi impianti entrassero in funzione oggi stesso, mancherebbe sempre una considerevole quota di capacità di smaltimento. È per questo che il decreto individua e localizza, a livello regionale, altri otto impianti, che in questo caso sono completamente da realizzare. Le aree più carenti sono quelle della Sicilia (dove servono almeno due impianti), la Sardegna (un impianto). Serve poi un impianto in ciascuna delle seguenti regioni: Umbria, Marche, Lazio, Campania e Abruzzo. Viene infine individuato un fabbisogno anche in Puglia, che può tuttavia essere soddisfatto con il potenziamento di una linea esistente.

Il decreto inceneritori pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale»

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