Appalti

Investimenti pubblici, il governo non centra gli obiettivi 2016. Ma per il 2017 è boom in edilizia

di Alessandro Arona

«Le previsioni macroeconomiche di questa Nota per il 2017 sono riviste al ribasso rispetto alle attese di aprile». È lo stesso governo ad ammetterlo, nella nota di aggiornamento al Def presentata nei giorni scorsi. Le stime del governo sul Pil 2016, come noto, sono passate dal +1,2% (reale) di aprile al +0,8% di oggi.
Per il settore delle costruzioni il ridimensionamento è ancora più forte: dal +1,0% (sempre per l'anno in corso) previsto ad aprile al +0,6% previsto oggi.

Stime quasi dimezzate, dunque, con un "aggiustamento di tiro" simile a quello fatto dal centro studi Ance già a fine giugno, quando abbassò la sua stima sul 2016 da +1,0% (la stessa del governo) a +0,3%, sostanzialmente valutando che la prevista ripresa degli investimenti pubblici non stava arrivando come previsto. Investimenti statici nei Comuni, nonostante l'addio al Patto di Stabilità, calo dei bandi a causa del Codice appalti, spesa al ralenti sulle opere co-finanziate dalla Ue e inserite nella clausola di flessibilità.

Il governo conferma in sostanza questa analisi nel Def, ma fornendo soltanto "indizi" sulle cause (oltre al rallentamento della dinamica del Pil, naturalmente), e nessun dato certo ed esaustivo. Per l'anno 2016, in particolare, l'aumento della spesa della Pubblica Amministrazione per investimenti fissi lordi risulta inferiore alle attese: ad aprile il governo prevedeva una crescita del 2,0%, da 37,256 miliardi a 38,014, mentre ora riduce la previsione sul 2016 a 37,112 miliardi (+0,9%).
Nelle previsioni a legislazione vigente viene limato anche il 2017, dai previsti 38,633 miliardi a 38,453, tuttavia su questi dati la Nota al Def non contiene il calcolo "dopo la legge di stabilità 2017".
L'esecutivo, infatti - si legge nell'aggiornamento al Def - «ha deciso di adottare una impostazione di politica di bilancio più orientata alla crescita, rivedendo gli obiettivi di indebitamento netto e la composizione qualitativa della manovra per il 2017-2020.
Vedremo il mix nel Ddl di bilancio, che il governo presenterà entro il 15 ottobre, ma già nella nota al Def il Mef (nel quadro macroeconomico "programmatico") prevede un boom delle costruzioni nel 2017, dal +0,6% del 2016 al +2,9 % per l'anno prossimo, oltre il +1,9% già "largo" previsto ad aprile. Qui è chiaro che il governo stima di largo e immediato impatto il potenziamento in arrivo per il bonus energetico e antisismico. L'obiettivo del governo, come noto, è di confermare e potenziare i bonus, e come anticipato da «Edilizia e Territorio» il Mit e il Mef stanno lavorando a un meccanismo che tramite Cassa Depositi e le "Esco" consenta ai proprietari di appartamenti all'interno dei condomini di fare interventi di riqualificazione energetica e sismica dell'intero edificio senza anticipare un solo euro. Il 65% sarebbe anticipato dal Fondo con CdP, il 35% dalla Esco, che si rifarà poi per un numero x di anni con i risparmi energetici in bolletta (mentre il proprietario continuerà a pagare come prima). La spinta alle infrastrutture, da una parte, e soprattutto un boom immediato di questo super-bonus, dall'altra, indurrebbero il governo a prevedere questa ripresa "forte" dell'edilizia.

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