Appalti

Classifiche/1. Ecco chi vince e chi perde tra i big di costruzioni e ingegneria

a cura di Aldo Norsa

Le grandi imprese di costruzione reggono nel complesso bene all'ottavo anno consecutivo di crisi del mercato italiano dell'edilizia, con una crescita di fatturato del 2,2%. Anche perché la locomotiva (in termini complessivi) è data sempre dai lavori all'estero: +14,8%, con quota salita dal 49 al 55%.

Più in difficoltà invece le società di ingegneria, con 11 gruppi su 25 in calo di ricavi e sette bilanci che chiudono in perdita.

I dati emergono dall'analisi effettuata dallo studio Guamari sui bilanci consolidati 2015 delle prime 25 (per valore della produzione) società di costruzione e di ingegneria (un lavoro che anticipa quello sistematico in arrivo con gli "Speciali" di ottobre e novembre, sulle Top 100 di imprese di costruzione, società di ingeneria, produttori di materiali per l'edilizia).
La realtà è tuttavia piuttosto variegata, non facile da riassumere in un numero. Nel caso dei costruttori l'estero pesa in modo rilevante (sopra il 30%) solo per nove società su 25, e a fronte di un aumento complessivo del valore della produzione del 2,2% sono ben dieci le imprese a perdere fatturato consolidato, alcune in modo consistente: Pizzarotti e Itinera -28%, Glf -17,8%, Unieco -39%, Tecnis -41%. La redditività operativa aumenta (+9,1% l'Ebitda e +10,9% l'Ebit), gli utili scendono del 22% ma le società in perdita sono solo due (tre nel 2014). In difficoltà Mantovani, Unieco e Tecnis.

Tra le società di ingegneria il fatturato aggregato della Top 25 sale del 9%, ma sono undici a perdere fatturato. La perdita di redditività è diffusa: Ebitda in calo per 15 società (su 25), con -7,7% complessivo, e utile netto in calo complesssivo del 26,7%. I debiti finanziari netti quasi raddoppiano (+89%), ma rimangono ampiamente coperti dal patrimonio netto. Nessuna aggregazione recente, e nella Top 250 dell'ingegneria mondiale l'Italia resta all'1% del fatturato complessivo.

Top 25 Classifiche, i dati di sintesi

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