Appalti

Terremoto/2. L'ufficio sismico della Protezione civile senza capo da sette mesi

di Mariano Maugeri

Alle 3.36 del 24 agosto, mentre ad Amatrice e nell’Appennino centrale si scatenava l’inferno tellurico, a capo dell’Ufficio III sul Rischio sismico e vulcanico del Dipartimento della protezione civile c’era un contabile.

Angelo Borrelli, questo è il suo nome, è il vice di Fabrizio Curcio, numero uno della Protezione civile ed ex responsabile della segreteria di Guido Bertolaso. Dal 31 gennaio del 2016 il ruolo di capo dell’Ufficio sismico e vulcanologico è vacante. Quel giorno ha esaurito il suo mandato il vulcanologo dell’università di Pisa Mauro Rosi, per un paio di anni vicepresidente della Commissione grandi rischi.

Rosi fu chiamato a Roma nel 2013 personalmente dal prefetto Franco Gabrielli, allora dominus della Protezione civile, per rafforzare le competenze vulcanologiche del dipartimento, predisporre i piani di evacuazione e la delimitazione delle zone rosse (evacuazione immediata) e gialla dei Campi Flegrei e del Vesuvio, un progetto che sta per essere esteso a Ischia e all’isola di Vulcano.

Curcio avrebbe voluto che Rosi rimanesse al suo posto almeno per qualche anno, ma la Corte dei conti ha opposto una critica sul piano dei costi: valorizzate le risorse interne e attingete meno alle expertise universitarie ed esterne. Una motivazione in linea con il contenimento della spesa pubblica, ma che evidentemente ha messo in crisi la struttura della Protezione civile, ancora in attesa di avviare le procedure per la scelta del successore del vulcanologo toscano. Nelle more di una decisione, complicata dal riassetto dell’intera struttura, sul ponte di comando dell’ufficio chiave sul rischio sismico e vulcanologico siede un dirigente con laurea in Economia e commercio all’università di Cassino e abilitato alla professione di dottore commercialista. Fino al 2011 Borrelli si è sempre occupato della contabilità di alcune delle emergenze gestite dalla Protezione civile, dai fenomeni vulcanici di Stromboli alla bonifica della motonave Haven. Ruoli rilevanti per il bilancio statale ma che poco hanno a che fare con il bagaglio di conoscenze specialistiche necessarie per dirigere una divisione squisitamente tecnica che rappresenta il core business del Dipartimento della protezione civile.

Il vice di Curcio adesso somma tre incarichi: sovrintende l’ufficio amministrazione e bilancio della struttura che fa capo a Palazzo Chigi, è il responsabile della flotta area (due competenze trattenute anche dopo la promozione a numero due) e dirige ad interim il gruppo di 50 esperti e ricercatori che lavora sul rischio sismico e vulcanologico.

Possibile che a sette mesi dall’addio di Rosi, con un organico di 1.151 persone e un bilancio di 1,3 miliardi, il Dipartimento della protezione civile non abbia trovato un sismologo o un vulcanologo di chiara fama in grado di reggere le sor

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