Appalti

Terremoto/4. Decolla il confronto con imprese, enti locali e professionisti

di Nicoletta Picchio

Bene il metodo del dialogo con tutti i protagonisti, dalle imprese agli enti locali alle associazioni. E bene l’approccio strategico a lungo termine, fermo restando che ci sono questioni da affrontare, dalla burocrazia che va snellita, alle risorse che sono ancora da definire. Era affollata ieri la Sala Verde di Palazzo Chigi, in cui il governo ha ricevuto i soggetti che saranno coinvolti nel progetto Casa Italia.

«Abbiamo apprezzato l’approccio e il metodo. Il paese deve reagire e ricominciare a progettare», è stato il commento del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. «Questo metodo, che è dell’ascolto delle parti sociali da parte del governo, può essere un modello che parte da una situazione particolare ma può riguardare anche altri aspetti dell’economia nel suo complesso e quindi della crescita», ha continuato il presidente di Confindustria. Che si è soffermato su una riflessione: «nell’incontro è emerso un elemento che è la criticità e la positività del paese. Siamo capaci in momenti di emergenza di esprimere il meglio e poi, come abbiamo un sentore di normalizzazione, rallentiamo». Quanto ai dettagli dell’incontro, «siamo ai titoli - ha detto Boccia - nei prossimi giorni ci saranno le proposte e saremo parte dei tavoli tecnici».

Apprezzamento per l’approccio del governo anche da Cgil, Cisl e Uil. Positiva per la numero uno della Cgil, Susanna Camusso, l’idea di un piano che programmi gli interventi sul lungo periodo e guardi al tema della sicurezza del paese. «Siamo disponibili a collaborare», ha detto la Camusso, sottolineando che non si è parlato di risorse. Per Giovanni Luciano della Cisl vanno accelerati i tempi della ricostruzione e ha ribadito il sì della confederazione ad una legge quadro strutturale sulla prevenzione del rischio sismico. Mentre Carmelo Barbagallo, leader della Uil, ha insistito sulla necessità di scomputare le risorse destinate a Casa Italia dal patto di stabilità europeo, «altrimenti continueremo ad essere soffocati dall’austerità».

Un aspetto, quest’ultimo, messo in evidenza anche dai comuni, come ha detto il presidente dell’Anci, Piero Fassino presentando al governo una serie di proposte, tra cui consentire ai comuni di scomputare le risorse per la messa in sicurezza del patrimonio pubblico dai saldi di bilancio, adeguamento sismico sugli immobili pubblici e privati, finanziamento stabile per la riqualificazione delle periferie, semplificazione delle normative.

Una burocrazia più semplice è l’esigenza sollevata anche dalla Conferenza delle Regioni e dall’Upi (le province). Antonio Bartolini, per le Regioni, ha giudicato «positiva» l’idea del governo di predisporre alcune linee guida sulla progettazione; Giuseppe Rinaldi, vice presidente Upi, si è soffermato sull’edilizia scolastica.

Stringere i tempi il più possibile è stato il comune denominatore di molti presenti. «Abbiamo fatto la proposta di agire in un’arco temporale di dieci anni in zona 1 e di 20 in zona 2. Per troppo tempo siamo intervenuti sulle emergenze, questo è il modo per programmare un serio intervento sul patrimonio immobiliare», ha detto il vice presidente dell’Ance (costruttori) Gabriele Buia. «Renzi ha escluso l’ipotesi di obblighi assicurativi sugli edifici, lo apprezziamo, ha risposto ad una nostra sollecitazione», è stato il commento di Giorgio Spaziani Testa, presidente della Confedilizia, che ha presentato una serie di criteri e proposte: seria selezione dei territori, responsabilizzazione delle autorità pubbliche, che hanno il compito del controllo, rafforzamento e stabilizzazione degli incentivi fiscali. Un punto, quest’ultimo, sottolineato anche da Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Cna, Confartigianato)con il presidente Daniele Vaccarino. Anche l’Alleanza delle cooperative, con Maurizio Gardini, ha apprezzato il piano strategico del governo confermando l’impegno del mondo delle coop.

Una «riqualificazione che punti sulla sicurezza, alla qualità architettonica e all’innovazione digitale» è l’obiettivo di Casa Italia visto dal Consiglio nazionale degli architetti, come ha detto il presidente, Giuseppe Cappochin. Al tavolo anche il Forum del Terzo settore, con Pier Vittorio Barbieri: «un piano di dieci anni non è detto che debba realizzarsi in 20 o 30. Non potevamo non aderire ad un'iniziativa che rimette in campo l’idea di programmazione del paese». Assoimmobiliare ha chiesto detrazioni fiscali per gli interventi di adeguamento e un’Iva ridotta al 5% per la messa in sicurezza.

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