Appalti

Terremoto/2. Renzi apre il «cantiere» Casa Italia: priorità alla riforma del sismabonus

di Massimo Frontera

Riforma del sismabonus al centro del "cantiere" Casa Italia, che si apre oggi a Palazzo Chigi. Sarà il premier Matteo Renzi a presiedere e coordinare la mattinata di lavori insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e al rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone, cui il premier ha affidato il ruolo di "project manager" del piano. Del post terremoto si parlerà invece nel pomeriggio, in una riunione riservata ai soli ministri interessati (come Infrastrutture ed Economia), al commissario della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, il quale ieri ha anche incontrato il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone sul tema della legalità negli appalti post sisma.

Il primo incontro di Casa Italia sarà dedicato all'ascolto delle proposte che presenteranno oltre trenta soggetti, in rappresentanza di quattro "mondi" legati dal filo rosso della sicurezza e cura del territorio: le autonomie locali e territoriali; il mondo universitario, della ricerca e delle professioni tecniche; l'industria ad ampio raggio in compagnia dei principali sindacati nazionali; le associazioni ambientaliste. I primi numeri sul tavolo sono i circa 12 miliardi di risorse già confluite sui quattro canali che segnano il perimetro della prima fase di Casa Italia: dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, beni culturali e periferie (si veda anche il «Sole-24 Ore» di domenica).

«Le risorse in campo potrebbero essere anche di più - si sbilancia Giovanni Azzone -. La cosa importante da fare all'inizio di Casa Italia è ascoltare tutti i suggerimenti per capire cosa non funziona e cosa si potrebbe fare per rendere sia gli interventi, sia la spesa, più efficaci e coordinati».Ma il cuore di Casa Italia - sul quale è già partito il lavoro dei tecnici (a cominciare da quelli delle Infrastrutture e dell'Economia) - è l'allargamento e il potenziamento del sismabonus attuale. È infatti evidente che la misura, per come è definita oggi, non è minimamente in grado di incidere in modo significativo per arrivare a una efficace e ampia prevenzione sismica.

L'obiettivo è proprio quello di realizzare una misura in grado di trasferire i principi della sicurezza e della prevenzione dal regno delle buone intenzioni alla realtà. La quadratura del cerchio passa per un investimento di risorse consistente, da indirizzare sulle situazioni potenzialmente più rischiose. In tema di risorse, il governo ha già anticipato l'intenzione di attivare complessivamente un volume di almeno due miliardi all'anno per venti anni. E un primo segnale è atteso nella legge di Stabilità. Le risorse - abbinate a una azione normativa - sono necessarie a dare stimoli efficaci per l'intervento sul vasto patrimonio edilizio esistente, modulando l'incentivo in base al grado di adeguamento sismico della struttura, in analogia a quanto già avviene per lo sgravio sull'efficienza energetica.

Ma prima dell'intervento c'è la diagnosi strutturale dell'edificio, che, se condotta con completezza e rigore, comporta anch'essa un esborso significativo per le famiglie. I numeri sono molto rilevanti. Come oggi ricorderà l'Ance, ci sono circa 900mila immobili nei comuni classificati a maggior rischio sismico (classe 1), ma sono in tutto 5,7 milioni gli edifici - tra pubblici e privati, residenziali e non residenziali - nelle zone di rischio sismico 1 e 2. Proprio perché i numeri in gioco sono rilevanti e l'orizzonte temporale è molto ampio, il premier cerca un consenso di "larghe intese". In questo senso è significativa l'apertura di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil (una delle quattro sigle sindacali invitate al tavolo di Casa Italia), che ha riconosciuto che il governo ha fatto le «scelte giuste sul terremoto», aggiungendo che da Casa Italia, «ci aspettiamo che non sia una vetrina ma la messa a punto di un vero piano per la sicurezza del paese».

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