Appalti

Appalti, l'Anac scrive le linee guida ad hoc per gli interventi dopo le emergenze

di Giuseppe Latour

Il "modello Anac", evocato dal premier Matteo Renzi nelle ore immediatamente successive al terremoto, prende forma già nella fase di gestione dell'emergenza. È questo l'effetto più evidente del lavoro che gli uomini del presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone stanno portando avanti sottotraccia in questi giorni e che sarà pronto a breve: una linea guida che, applicando i principi del nuovo Codice appalti (Dlgs n. 50/2016), dia alla Protezione civile un perimetro esatto e invalicabile all'interno del quale potersi muovere per gestire gli affidamenti per l'assistenza e il soccorso alle popolazioni in situazioni di emergenza. Nel mirino, in particolare, ci sono soprattutto le forniture, gli alloggi temporanei e le opere di urbanizzazione. Sarà un prontuario destinato ad avere una funzione anche nei prossimi anni: dopo l'esperienza di queste settimane potrà essere impiegato ancora in altri casi simili.

Puntando a due obiettivi: garantire un buon livello di trasparenza, anche quando per ragioni di tempo non è possibile utilizzare le procedure ordinarie, e allo stesso tempo potenziare i controlli "ex post".L'emergenza che la Protezione civile sta affrontando in questi giorni, insomma, potrà diventare un laboratorio per la gestione di situazioni simili anche in futuro: l'imperativo è evitare che la necessità di fare presto apra spiragli alla corruzione. Il modello più adatto, allora, non è quello della vigilanza collaborativa, quel meccanismo (sperimentato con l'Expo) per il quale l'Autorità analizza al microscopio gli affidamenti ancora prima che vengano perfezionati, chiedendo eventuali aggiustamenti a monte, senza attendere che si manifestino problemi nelle fasi successive alla firma dei contratti. In casi come questo, vista la complessità della gestione e i molti soggetti coinvolti, è più opportuno stabilire soltanto una griglia all'interno della quale è possibile muoversi. La Protezione civile sarà vincolata a rispettare queste regole e si sottoporrà, successivamente, alle verifiche degli uomini di Cantone.

Questo schema viene illustrato da Michele Corradino, consigliere Anac, che sta seguendo la partita da vicino. «Tutto nasce da una richiesta della Protezione civile, arrivata prima del terremoto, di sottoscrivere un accordo per la vigilanza collaborativa, come abbiamo fatto anche con altre istituzioni negli ultimi mesi». Quei colloqui sono stati ripresi nei giorni immediatamente successivi al sisma, con alcuni incontri tra la Protezione civile e l'Anticorruzione. In questa fase, allora, è arrivata una decisione: impostare il lavoro partendo da un approccio differente. Così, è stato dato mandato, tramite una delibera, ad alcuni funzionari dell'Authority di ascoltare le esigenze degli uomini del capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, per poi predisporre la base di un nuovo documento. «Abbiamo deciso di cogliere l'occasione – spiega il consigliere – per creare delle linee guida nel quadro del nuovo Codice appalti». L'imperativo è, anche nelle situazioni di emergenza, «seguire dei percorsi di trasparenza». Tenendo presente - prosegue Corradino - che vanno centrati due obiettivi: «La tempestività dell'azione, garantendo livelli minimi di pubblicità, e soprattutto il controllo successivo. Insomma, non bisogna ingessare le procedure ma, allo stesso tempo, bisogna garantire che le verifiche vengano fatte in maniera puntuale». Anche se, ovviamente, ogni emergenza ha la sua specificità. In concreto, il nuovo prontuario dirà «chirurgicamente» quali norme del Codice appalti possono essere oggetto di deroga in fase di emergenza e come andranno poi fatti i controlli. Le amministrazioni coinvolte, quindi, sapranno da subito quali principi dovranno rispettare.

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