Appalti

Delrio insiste: «Patto con Padoan per dare cassa ai cantieri ovunque serva, anche oltre il tendenziale»

di Alessandro Arona e Gianni Trovati

Benzina alle infrastrutture ogni volta che serve: risorse di cassa dal bilancio dello Stato per pagare gli stati avanzamento lavori, anche oltre i tendenziali. Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha confermato ieri (nel corso della presentazione del piano di investimenti di Ryanair su cui si veda il servizio a pagina 11) quanto anticipato al Sole 24 Ore nell’intervista del 13 agosto.

«C’è un patto - ha detto ieri Delrio - con Renzi, Padoan e la Ragioneria dello Stato per dire che ogni volta che c’è un investimento che può essere concreto non saranno i limiti di cassa a bloccarlo». «Ottenuta la flessibilità in Europa - ha aggiunto il ministro - ora l’obiettivo, come ha detto anche il presidente Renzi, è spingere forte sugli investimenti pubblici per dare una scossa all’economia. Senza interventi a macchia di leopardo, però, come in passato, ma definendo insieme alle Regioni le priorità infrastrutturali, i progetti cantierabili e le opere utili per unire il Paese».

Il riferimento di Delrio è ai Patti per il Sud, firmati tra maggio e luglio, e le decisioni del Cipe del 10 agosto, che hanno assegnato 13,4 miliardi di euro di fondi Fsc (coesione) per realizzare i progetti previsti nei Patti e altri 15 miliardi alle "aree tematiche" infrastrutture (11,4), ambiente (2), sviluppo economico (1,4). Proprio in riferimento ai fondi Fsc, che per legge hanno gran parte della cassa dal 2019 al 2023, Delrio ha rivelato nell’intervista al Sole 24 Ore che se servirà altra cassa il Mef la fornirà.

In realtà nell’immediato, al ministero delle Infrastrutture, più che la cassa il problema sembra soprattutto sbloccare i cantieri. Le due Pedemontane erano nella lista per la clausola investimenti ma non hanno ottenuto i fondi del Piano Juncker, il Brennero, pur andando bene non fatturerà nel 2016 quanto previsto, Autovie Venete ha firmato i contratti di appalto con qualche mese di ritardo, gli investimenti Anas faticano a risalire, la Napoli-Bari è partita, ma anch’essa in ritardo.

Fino a che si parla di investimenti e produttività, oltre che dello stop alle clausole di salvaguardia più volte ribadito dal governo a tutti i livelli, l’elenco delle priorità della manovra 2017 è condiviso, all’interno di un pacchetto che con tutte le misure in cantiere potrebbe salire secondo alcune stime verso quota 30 miliardi, anche se è naturalmente ancora presto per i numeri definitivi. Fa invece discutere la “lista” stilata dal viceministro dell’Economia Enrico Zanetti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) che ha collocato gli interventi sulle pensioni dopo l’aumento delle risorse per il rinnovo del contratto del pubblico impiego. Su quest’ultimo punto, del resto, erano intervenuti nelle settimane scorse sia Renzi sia la ministra per la Pa, Marianna Madia, anche se il tema si incrocia con la riforma delle regole del lavoro pubblico in attuazione della delega sulla Pa e quindi prospetta tempi operativi un po’ più lunghi. Sulle pensioni il confronto tecnico con le parti sociali è stato molto fitto prima della pausa estiva, e attende settembre per la definizione puntuale delle misure all’interno di un menu che al momento si orienta fra l’assegno per l’anticipo dell’uscita, la gratuità delle ricongiunzioni, l’ampliamento della no tax area e una serie di aiuti per usuranti e lavoratori precoci.

Molto ovviamente dipenderà dalla consistenza della dote per finanziare il capitolo previdenza, finora stimata intorno agli 1,5 miliardi ma ovviamente in attesa di una definizione più puntuale. Sembra al momento più lontana dal traguardo, invece, l’anticipo all’anno prossimo degli alleggerimenti Irpef messi in programma per il 2018, anche perché le ipotesi più leggere richiederebbero almeno tre miliardi difficili da trovare senza una ripresa decisa.

Più avanti sembra invece il cammino delle misure per le imprese, che accanto alla riduzione di 3,5 punti dell’Ires a partire dal 2017 già scritta nell’ultima manovra punta sul rilancio dei superammortamenti per gli investimenti e del regime fiscale Ace di aiuto alla crescita. Sul versante famiglie, invece, il ministro Enrico Costa annuncia per il 13 settembre la presentazione di un piano di sostegno per giovani coppie e natalità «che andrà avviato con la prossima legge di bilancio».

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