Appalti

Investimenti al Sud, oggi al Cipe l'assegnazione dei 13,4 miliardi per i «Patti»

di Alessandro Arona

Benzina per gli investimenti al Sud. Arriva oggi dal Cipe, nella seduta prevista dopo il Consiglio dei ministri delle 17, l'assegnazione di 13,4 miliardi di euro di finanziamenti statali, dal Fondo Sviluppo e coesione (Fsc, l'ex Fas) che andranno ad alimentare gli interventi (infrastrutture, ambiente, sviluppo produttivo) previsti nei «Patti per il Sud», firmati dal presidente del Consiglio nelle settimane scorse con i presidenti delle Regioni e i sindaci delle città metropolitane.

Il Cipe assegna oggi i fondi sia ai dieci enti che hanno già firmato il Patto (il primo è stata la Regione Campania, il 24 aprile scorso, l'ultima la Sardegna, il 29 luglio, con in mezzo le Regioni Calabria, Basilicata, Abruzzo e Molise, e le città metropolitane di Reggio Calabria, Catania, Palermo, Bari), confermando le cifre che erano già nero su bianco negli accordi. Sia ai sei enti che non hanno ancora firmato: Regioni Puglia (2.071,5 milioni) e Sicilia (2.320,4), città metropolitane di Napoli (308), Cagliari (168), Messina (332). In questi ultimi casi i fondi si sblocherrano solo dopo la firma.

La sola ripartizione ai Patti per il Sud sarebbe l'ennesima assegnazione "a stralcio" dei fondi Fsc, disattendendo il comma 703 e seguenti della legge di Stabilità 2015 che imponeva invece la previa ripartizione di tutti i fondi Fsc 2014-20 per "aree tematiche", con accordo Stato-Regioni. All'interno del governo c'è dunque chi spinge per arrivare oggi a una delibera quadro, che divida per aree tematiche anche i circa 15 miliardi di euro di Fsc residui. Si tratterebbe sempre in prevalenza di infrastrutture di trasporto, ambiente, sviluppo economico, per interventi nazionali (mentre nei Patti ci sono quelli di rilievo regionale). L'istruttoria tecnica è incompleta, ma non si escludono sorprese.

I Patti per il Sud sono una forma di programmazione comune tra Stato e Regioni (o città) che di fatto riprende e rilancia la "programmazione negoziata" inventata e normata nel lontano 1996 da Prodi e Ciampi. L'obiettivo è duplice: coordinare - molto più di quanto fatto nel 2007-2013 - programmi statali e regionali finanziati dai vari fondi per le aree in ritardo di sviluppo (Fsc, fondi europei e complementari 2014-20). E dall'altra fissare scadenze e impegni reciproci tra Stato e Regioni, con una "cabina di controllo" coordinata dalla nuova Agenzia di coesione. Il tempo sarà il miglior giudice dell'efficacia dell'operazione.

Gli interventi concordati tra il governo e le Regioni sono in parte già finanziati (circa un terzo del totale), in parte riceveranno benzina dai fondi Fsc distribuiti dal Cipe di oggi, in parte avranno altre nuove risorse nazionali di coesione (piani complementari, Pon europei). Nei dieci Patti finora firmati si arriva a un totale di 26 miliardi di euro, ma con solo il 12% (3,3 miliardi) di spesa prevista entro il 2017, e ben sapendo che i fondi Fsc e complementari hanno "cassa" nel bilancio statale soprattutto negli ultimi anni di riferimento (dal 2019 al 2023).

Gli interventi previsti sono d'altra parte in prevalenza su infrastrutture "fisiche", a tempi lunghi di spesa, da quelle di trasporto, che si prendono il 37% dei fondi, a quelle per l'ambiente (opere anti-dissesto idrogeologico, reti idriche e depuratori), il 23% del totale.

Poi ci sono altre voci relative a opere "fisiche": turismo e cultura, edilizia sanitaria, riqualificazione urbana, infrastrutture "sociali". Si arriva così a circa il 70% dei fondi (complessivi, non solo Fsc). Il restante 30% è in gran parte per "sviluppo economico e produttivo", ma anche in questo caso si tratta spesso di programmi con componente infrastrutturale (poli industriali o reti irrigue), insieme a finanziamenti agevolati e credito d'imposta.

Nel Cipe di oggi è previsto poi un nutrito pacchetto infrastrutturale, proposto dal Ministro Graziano Delrio. Ci sarà il completamento dei fondi per la metropolitana di Torino, linea 1 Lingotto-Bengasi; il potenziamento degli impianti ferroviari di La Spezia Marittima; il progetto definitivo del 3° macrolotto della Ionica; il quarto macrolotto del Terzo Valico dei Giovi.

Previsto poi il parere Cipe per l'Addendum 2016 di Rfi, primo step per sbloccare 8,5 miliardi di euro per investimenti feroviari. E, sempre con parere, il via libera agli aggiornamenti di dieci piani di società concessionarie autostradali, con 5 miliardi di investimenti previsti.

Patti per il Sud, riepilogo dei numeri

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