Appalti

La Pedemontana Lombarda apre ai soci privati: Di Pietro nominato presidente

di Sara Monaci

Nuovo presidente e nuovo auspicio per Pedemontana. Da pochi giorni si è insediato ai vertici della società autostradale controllata da Serravalle Antonio Di Pietro, scelto dal governatore lombardo Roberto Maroni. E già ieri ha promesso: «la Pedemontana verrà completata nel 2021, come prevede il piano finanziario». E in aggiunta: «la società valuterà l’ingresso di soci privati, tra cui quello di Strabag, l’operatore che ha già vinto il secondo lotto». Su questo punto Di Pietro però mette le mani avanti, prudentemente: «Dovremmo valutare con attenzione possibili conflitti di interesse».

Faro sul “caso Strabag”

Strabag non avrebbe solo l’inconveniente di essere contemporaneamente soggetto controllato e controllore, qualora entrasse come azionista nella Pedemontana, ma dovrebbe prima risolvere il contenzioso con la società, visto che in questo momento sta chiedendo extra costi per ora non riconosciuti. I costi dovrebbero lievitare, secondo Strabag, da circa 1,8 miliardi a 2,5. «Ce ne stiamo occupando - ha sottolineato Di Pietro - ho preso atto del conflitto e neppure a me va bene l’accordo bonario che è stato raggiunto. Ma ci auguriamo di chiudere con un’intesa e non in tribunale». Cal, la concessionaria lombarda di Pedemontana, sta facendo uno studio sull’argomento.

Intanto Strabag ha vinto il secondo lotto ed è atteso il progetto esecutivo con le varianti. Di Pietro ipotizza anche una sorta di “spezzatino”: «Potremmo dividere il percorso in altri pezzi, da saldare via via che arrivano i soldi».

L’incognita finanziaria

La Pedemontana, lunga 68 chilometri da Cassano Magnago (Varese) a Lentate sul Seveso (Bergamo), dovrebbe passare attraverso una delle zone più produttive del paese, ma al momento è stata realizzata solo per un terzo.

L’incognita sono i finanziamenti. Il costo dell’opera è di 4 miliardi circa, che salgono a 5 con gli oneri finanziari. Lo stato attuale è sostanzialmente questo: i contributi pubblici statali concessi sono 1,2 miliardi, di cui circa 800 milioni già impiegati per il primo tratto. Si aggiungono 450 milioni, tra capitale versato dai soci (in primis da Serravalle) e prestito subordinato. Poi ci sono 200 milioni di prestito ponte concesso dalle banche, la cui scadenza è prorogata a fine 2017. A conti fatti, sono stati usati quasi 1,5 miliardi. Tolti i 400 milioni di contributi pubblici ancora disponibili, il resto è tutto da trovare. Di Pietro sottolinea che l’opera verrà realizzata «in project financing, ed è per questo che occorre un pedaggio, proprio per finanziare l’opera». Pedaggio che, tuttavia, «dovrebbe essere calibrato e ridotto per i pendolari che lavorano».

Rimane da capire se eventuali soci privati preferiscano entrare nel capitale di Serravalle, la holding di Pedemontana, che, essendo una società sana e con flusso costante di denaro, potrebbe essere più appetibile per il mercato rispetto ad un progetto ancora in stato embrionale.

I prossimi passi

Il neo presidente Di Pietro - che probabilmente terrà per sé anche le deleghe di amministratore delegato - ha in programma di parlare prima di tutto con il pool di banche finanziatrici. L’incontro è previsto in questi giorni. Poi la settimana prossima andrà al ministero dei Trasporti per tentare di sbloccare le autorizzazioni. Il Cipe infatti ha già approvato due anni fa il progetto industriale, ma non ha ancora fatto un decreto.

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