Appalti

Salini Impregilo, ricavi e utili stabili nei primi sei mesi: portafoglio ordini record

di S.Fi.

Il gruppo Salini Impregilo ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con ricavi consolidati adjusted pari a 2,74 miliardi, che si raffrontano con i 2,71 miliardi dello stesso periodo del 2015. Il numero include rispettivamente 96,2 milioni e 98,7 milioni di ricavi delle joint-venture non consolidate di Lane. I dati non sono comparabili in quanto il 2015 non includeva Lane, la società americana di costruzioni comprata proprio a fine dello scorso anno. Il margine operativo lordo rettificato è pari a 252,8 milioni con un incremento del 14,2% rispetto all’anno precedente, mentre l’utile operativo, anch’esso rettificato, pari a 129,3 milioni, risulta in miglioramento del 14,5% circa.

I margini operativo lordo e netto adjusted al 30 giugno 2016 e 2015, includono rispettivamente 10,7 milioni e 16,3 milioni provenienti dalle jv non consolidate di Lane. I margini 2016, a perimetro costante, evidenziano un miglioramento rispetto al primo semestre 2015. Il risultato prima delle imposte si attesta a 81,4 milioni contro gli 83,3 milioni del semestre 2015. Il risultato delle attività continuative si è attestato a 49,6 milioni (47,8 milioni lo scorso anno), a fronte di risultato delle attività operative cessate che evidenzia oneri netti di 20,4 milioni: sono la somma dello smobilizzo della riserva oscillazione cambi per circa 14 milioni - effetto della vendita di Todini avvenuta lo scorso aprile - e alle perdite non ricorrenti per circa 6 milioni riferite alle attività non continuative.

«I ricavi sono in linea con le attese e la marginalità è migliore delle aspettative - ha commentato Pietro Salini, amministratore delegato del gruppo nato dalla fusione di Impregilo in Salini, - gli ordini hanno raggiunto un livello di book to bill superiore a 1. La pipeline è di particolare interesse e il backlog raggiunge livelli record per il gruppo, oltre 31 miliardi per le costruzioni». Il debito lordo è pari a 2,4 miliardi, in rialzo di 621,4 milioni, dovuto essenzialmente alle seguenti componenti straordinarie: finanziamento per l’acquisizione Lane di circa 429 milioni, e 130 milioni di finanziamento per la gestione ordinaria. Il debito lordo al 30 giugno 2016 include tra l’altro prestiti obbligazionari per un totale di 711 circa milioni. Il debito lordo e la posizione finanziaria netta sono in linea con le previsioni aziendali e correlate alla stagionalità di alcuni segmenti del business, ha spiegato l’azienda.

A fine giugno 2016 il portafoglio ordini totale è risultato pari a 38,4 miliardi, di cui 31,3 miliardi relativi alle costruzioni e 7,1 miliardi alle concessioni. Il totale dei nuovi ordini, comprensivo delle variazioni, a fine luglio ammonta a 6,8 miliardi. «Questi risultati, che includono la performance finanziaria di Lane, oltre a trasformare gli Stati Uniti nel mercato di riferimento delle attività industriali, rilanciano il ruolo di Salini Impregilo come uno dei principali player mondiali nel settore delle grandi opere» ha commentato il direttore generale Massimo Ferrari, che di recente è entrato pure nel consiglio della Popolare di Vicenza salvata dal fondo Atlante.

Riconfermati gli obiettivi di fine anno: fatturato 2016 atteso superiore a 6,1 miliardi, margine atteso attorno al 9%. L’indebitamento netto di fine anno, escludendo Lane, sarà sostanzialmente in linea con quello di fine 2015.

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