Appalti

Pedemontana veneta, un nuovo incontro tecnico per tentare di sbloccare il closing

di Franco Tanel

Sarà un incontro tecnico, la prossima settimana, a cercare di sbloccare lo stallo che stoppa da mesi il closing finanziario del progetto in project financing della Pedemontana Veneta.
È questo il risultato dell'incontro di ieri pomeriggio, a Roma, tra il ministro Graziano Delrio, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il Commissario straordinario all'opera, Silvano Vernizzi, tutti d'accordo sul fatto che i cantieri della superstrada a pedaggio, 95 km tra le province di Vicenza e Treviso, attualmente al 30% di avanzamento lavori, debbano proseguire senza alcuno stop.

Il rischio del blocco è a questo punto reale perché il concessionario, SPV- Società Pedemontana Veneta, che fa capo al Consorzio Sis (51% Fininc Spa e 49 % del gruppo spagnolo Sacyr Vallehermoso) non riesce a portare a termine il closing finanziario necessario ad assicurare le risorse per proseguire i lavori: pare che il problema sia il mancato via libera di Cassa Depositi e Prestiti al bond da 1,6 miliardi di euro (con un rendimento all'8%) che SPV conta di perfezionare con Jp Morgan.

Sul perché di questo mancato "placet" circolano varie ricostruzioni, ma fino ad oggi non c'è una spiegazione ufficiale; una ipotesi attribuisce la freddezza di CDP nei confronti del progetto Pedemontana alla "preferenza" di SPV verso altri istituti di credito, altre ricostruzioni parlano di pressioni di altri grandi gruppi delle costruzioni per non agevolare Sis dopo che il Consorzio si è aggiudicato la costruzione dell'autostrada Roma -Latina un'opera del valore di circa 2,8 miliardi.

Sia come sia, i lavori sono andati avanti fino ad oggi con risorse proprie del Concessionario e con i contributi pubblici che nel corso del tempo l'opera ha ottenuto: in totale 613,7 milioni di euro dei quali 243,7 dalla Regione Veneto e il resto dal Governo con il "Decreto del fare". Risorse che stanno finendo e infatti nell'audizione dello scorso dicembre davanti alla Corte dei Conti, che chiedeva chiarimenti sull'aumento dei costi nel corso degli anni e sulla solidità del piano finanziario, l'amministratore di SPV Matterino Dogliani aveva assicurato che il closing sarebbe arrivato assolutamente entro aprile.

Il rischio è che i cantieri si fermino, che le imprese subappaltatrici non siano pagate, con il pericolo di vedere sfumare circa 1500 posti di lavoro. Non ci sarebbero risorse neppure per gli indennizzi e gli espropri. Insomma un vero e proprio disastro, al punto che anche la capogruppo del PD in Consiglio Regionale, Alessandra Moretti,(all'opposizione) ha pubblicamente dato appoggio all'iniziativa del presidente Zaia di incontrare il ministro Delrio per mettere in sicurezza il completamento della superstrada.

Unica voce fuori dal coro quella del Movimento 5 Stelle, da sempre contrario all'opera, che chiede la sostituzione del Commissario e la rescissione del contratto di concessione con SPV. Una posizione isolata che non ha nessuna possibilità di essere presa in considerazione.

Il presidente Zaia, all'uscita del colloquio con il ministro, ha spiegato: «Abbiamo parlato delle varie criticità alla luce delle segnalazioni che ci sono state fatte direttamente dal commissario di governo, l'ingegner Vernizzi, rispetto alla superstrada Pedemontana Veneta; perché si possa arrivare al closing finanziario, ossia il finanziamento che il concessionario dovrà presentare, c'è ancora la necessità di avviare un tavolo tecnico. Saranno i tecnici dei singoli uffici a incontrarsi venerdì prossimo qui a Roma al ministero delle Infrastrutture».

Certo è che il tempo stringe perché i cantieri sono avviati praticamente su tutto il percorso e secondo i dati forniti da SPV, ogni mese vengono realizzati lavori per 25-30 milioni di euro. L'obiettivo è aprire entro la fine del 2016 i primi 6 km tra Thiene e Breganze e il tratto fino a Montebelluna entro il 2017. Il completamento dell'opera che ha un costo di 2,247,5 milioni di euro dovrebbe essere completata entro il 2018 ad esclusione della galleria di Malo che sarà pronta nel 2020.

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