Appalti

Nuovo codice, anche professionisti e piccole imprese chiedono un tavolo sull'attuazione

di Mauro Salerno

Non solo costruttori e enti locali. Anche i professionisti e le piccole imprese chiedono di essere invitati al tavolo aperto dal ministero delle Infrastrutture per far fronte alle prime criticità riscontrate nell'attuazione del codice appalti. Ognuno ha ovviamente i suoi punti di vista su ciò che va o non va nel nuovo codice in vigore da appena tre mesi e la sua personalissima ricetta per mettere a posto le cose. Nessuno vuole stare fuori dalla stanza in cui nelle prossime settimane si getteranno le basi del decreto correttivo da varare al massimo entro il 19 aprile 2017.

Gli architetti puntano lo sguardo sulla marginalizzazione dei concorsi di progettazione. «Bisogna rimuovere una serie di criticità che impediscono, di fatto, proprio il rilancio del concorso, lo strumento migliore per esaltare la qualità del progetto e per ridurre il fenomeno delle varianti in corso d'opera e delle opere incompiute», attacca Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti . Per questo, «non è più rinviabile l'apertura da parte del Governo ,come già fatto con l'Ance, di un tavolo di confronto anche con le professioni tecniche proprio per superare le criticità relative ai servizi di architettura e ingegneria».

Più critica la posizione degli artigiani. «A 93 giorni dalla pubblicazione del codice degli appalti non si hanno ancora notizie dei decreti attuativi e della soft law» dice il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti. Mentre «le linee guida dell'Anac appaiono tarate per tipologie aziendali lontane dalle micro e piccole imprese». Anche chiede un tavolo istituzionale con tutti gli operatori economici. «Quella che abbiamo salutato come una svolta - sostiene - rischia di deludere le aspettative delle micro e piccole imprese, sono 71.000 quelle maggiormente interessate agli appalti pubblici, e di non contribuire a risolvere la crisi degli investimenti pubblici, diminuiti di quasi 17 miliardi di euro tra il 2009 e il 2015», conclude il presidente dei piccoli imprenditori.

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