Appalti

Porti/1. Fs investe per potenziare le infrastrutture di accesso gli scali: il quadro

di Raul de Forcade

Il gruppo Fs sta puntando con decisione a migliorare l’accessibilità ai porti italiani via ferrovia. Muovendosi sulle linee dei corridoi Ten-T, indicati dall’Ue, e in armonia con il Piano nazionale della portualità e della logistica, sta concentrandosi anche sugli interventi sull’ultimo miglio, per sviluppare l’intermodalità nave-ferrovia in alcuni dei più importanti scali italiani. A sottolinearlo è Aldo Isi, direttore investimenti di Rfi (Rete ferroviaria italiana). «È fondamentale – afferma Isi – che i porti siano collegati in maniera efficiente alla rete ferroviaria. Sugli scali più importanti, cioè Genova (sul corridoio Reno-Alpi), La Spezia, Livorno e Taranto (corridoio Scandinavia-Mediterraneo) nonché Ravenna (corridoio Baltico-Adriatico) e Trieste (corridoi Baltico-Adriatico e Mediterraneo), si sta intervenendo sull’ultimo miglio di binari. Ovviamente si tratta di interventi coordinati con il ministero, nei quali si devono accordare gli investimenti di Fs e delle Autorità portuali». Un caso emblematico, in questo senso, è La Spezia (si veda articolo sotto).

Su Genova gli investimenti sono destinati al porto storico (potenziamento e allungamento a 750 metri dei binari) e al porto di Voltri (incremento del fascio merci esistente e successivamente allungamento a 750 metri). Si tratta complessivamente di 25 milioni finanziati dall’aggiornamento 2015 del Contratto di programma 2012-2016 tra Mit e Rfi. Su Livorno nel nuovo terminal Darsena, l’intervento prevede la realizzazione di 3 binari per l’arrivo e partenza e di un fascio di 3 binari tronchi lunghi circa 750 m che saranno serviti da gru trastainer. L’impegno è di circa 45 milioni: 10 a carico di Rfi e 33 della Regione Toscana.

A Taranto sono previsti due interventi sinergici: potenziamento della stazione di Cagioni e di quella di Taranto, a servizio del terminal portuale. I binari arriveranno a 750 metri. L’investimento è di oltre 25 milioni. Sul versante Adriatico, a Ravenna, Rfi ha sviluppato, d’intesa con l’Autorità portuale e il Comune, una serie d’interventi per la stazione e per i collegamenti con le due sponde del canale Candiano. L’investimento è di 70 milioni, 10 dei quali finanziati dall’aggiornamento 2015 del Cdp 2012-2016. Infine, a Trieste è prevista la totale ristrutturazione della stazione Campo Marzio. I binari saranno allungati fino a 750 metri e saranno rivisitati i collegamenti con i moli. L’investimento stimato è di circa 50 milioni, sempre finanziato dall’aggiornamento 2015 del Cdp 2012-2016.

Sui corridoi, poi, prosegue Isi, «si sta intervenendo sia in termini di sagoma (larghezza e altezza, ndr), con l’obiettivo di poter trasportare i container high-cube (che lasciano spazio a un +15% di merce, ndr) o di caricare semirimorchi e utilizzare le autostrade viaggianti (per il trasporto di camion sui treni, ndr), sia in termini di modulo (lunghezza, ndr). Il che si traduce con binari più lunghi nelle stazioni di partenza». L’effetto dell’adeguamento della sagoma, chiarisce Isi, porterà a +1.800 chilometri di rete riclassificata per il trasporto di semirimorchi e autostrada viaggiante e +530 chilometri di rete classificata per il trasporto high-cube. Inoltre, con l’adeguamento del modulo, che consente di allestire treni da 650 e 750 metri (contro quelli da 400 e 500), l’incremento della capacità del treno sale «fino al +50%». Si prevedono +4mila chilometri di rete adeguati al modulo 750 metri e +400 chilometri al 650 metri.

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