Appalti

Beni Culturali/2. Il sovrintendente: servono 436 milioni ma da due anni non abbiamo un euro

di Massimo Frontera

«Solo per l'ordinaria manutenzione, cioè per evitare il degrado, avremmo bisogno di 30 milioni di euro. Ma da due anni a questa parte nel bilancio della Sovrintendenza Capitolina non abbiamo risorse. Gli ultimi soldi li abbiamo visti nel 2014, poco più di un milione di euro». Il Sovrintendente capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce (nominato dall'ex sindaco Ignazio Marino nei primi giorni del suo mandato) nei giorni scorsi ha lanciato - insieme al Commissario Francesco Paolo Tronca - l'Sos sul patrimonio culturale romano. Parisi Presicce ha sollecitato i potenziali "mecenati" di tutto il mondo a prendersi cura del patrimonio universale che si trova a Roma; ma cerca anche di far crescere nei romani - che in questo finesettimana sceglieranno il prossimo sindaco - la consapevolezza che c'è un immenso tesoro da riconquistare alla città, tesoro che può anche stimolare l'economia, ma che invece scivola sempre di più nel degrado. Il sovrintendente parla dagli uffici di Palazzo Lovatelli, a un passo da Piazza Venezia.

Per quanto riguarda i nuovi investimenti - quelli che la città decide di spendere per aumentare il patrimonio culturale fruibile - la situazione non è molto diversa da quella della manutenzione. «Per il 2016 abbiamo ricevuto circa 138mila euro, in conto ai fondi per il Giubileo, per il restauro della Fontana degli Spedali. E poi siamo impegnati con il ministero dei Beni Culturali al recupero del Teatro Valle, con 1,5 milioni per ciascuno tra Mibact e noi: 3 milioni in tutto. Noi faremo il progetto, fino al livello esecutivo, e poi lo manderemo in appalto. Abbiamo ancora alcune risorse da spendere degli esercizi precedenti - aggiunge Parisi Presicce - ma finisce qui».

Mausoleo di Augusto, progetto esecutivo entro luglio
Peccato che la Sovrintendenza capitolina debba gestire - con fondi zero per nuovi investimenti e manutenzioni - un patrimonio che conta 24 musei civici, 450 fontane monumentali, 574 aree archeologiche, 700 monumenti moderni, 900 edicole sacre e cinque piazze tra le più famose del mondo. «Un patrimonio enorme», sottolinea, abbastanza inutilmente, Parisi Presicce.
Da qui la necessità di rivolgersi ai privati. Negli ultimi tre anni sono stati raccolti impegni per circa una quindicina di milioni per altrettanti progetti, di varia caratura. Alcuni di questi già realizzati, come la Fontana di Trevi offerta da Fendi (oltre 2 milioni di euro). Altri da realizzare. È il caso del progetto di restauro e fruizione al pubblico del Mausoleo di Augusto, finanziato da Fondazione Telecom con 6 milioni di euro. «La progettazione definitiva era stata già fatta - spiega il Sovrintendente - la stiamo adeguando a livello esecutivo, soprattutto dal punto di vista impiantistico, perché nel caso dei lavori di restauro, tra definitivo ed esecutivo c'è poca differenza. Entro questo mese, o al massimo il prossimo, contiamo di terminare il progetto e di mandarlo in gara entro l'anno».

Il fabbisogno: 436 milioni di euro
Ma rispetto al fabbisogno di Roma, queste iniziative rappresentano una goccia nel mare.
La Sovrintendenza ha messo in fila numeri, progetti, costi. Risultato? Servirebbero circa 436 milioni di euro per realizzare il "libro dei sogni": servono oltre 238 milioni per i grandi progetti, concentrati nell'area archeologica centrale e nelle strutture Capitoline; poi altri 171,5 milioni per la cura di vari monumenti nelle aree centrali ma anche semiperiferiche; la Sovrintendenza ha poi messo insieme un "pacchetto" fontane, sono quasi 80, da ripulire e restaurare per un costo di quasi 10,5 milioni. E infine c'è il decoro, una lista di oltre 200 micro interventi che consentirebbero di rendere più sicuri e fruibili i siti a favore di cittadini e turisti: costo 15,4 milioni. Per dire: quest'ultimo elenco include interventi anche di 200 euro, solo per cambiare un lucchetto, tagliare l'erba, o posare una rete antigatto. Non ci sono soldi neanche per queste cose.

«Un terzo, un terzo, un terzo»
Ma questi progetti possono anche essere letti in modo diverso: Parisi Presicce parla di «un terzo, un terzo e un terzo». E spiega: «un terzo dei progetti riguarda la manutenzione di quello che rischia di andare in rovina, che oggi è fruito e visitabile ma che rischia il degrado».
Poi c'è un terzo di progetti di manufatti, siti o monumenti che i romani e i turisti hanno sotto gli occhi, ma che non possono vivere. «In molti casi scontiamo ancora l'antica idea delle due "Rome", una moderna sopra e una antica sotto, che non dialogano. E che invece dovrebbero farlo».
Un esempio? «L'area Sacra di Piazza Argentina: per romani e turisti è solo un "buco". Invece dobbiamo creare la possibilità di una discesa che consente di attraversare questa area archeologia e risalire, anche non necessariamente a pagamento, ma solo per restituire qualcosa alla città. Bisogna ricucire il tessuto della città contemporanea con quello antico per interagire con la città antica». «E poi bisogna creare degli attraversamenti: è assurdo che da via dei Fori Imperiali non si possa arrivare al Lungotevere in maniera diretta. Il Foro romano dovrebbe avere la possibilità di essere attraversato longitudinalmente».
Idee per il prossimo sindaco.

Il più grande mosaico parietale finora ritrovato e altre storie
Poi c'è l'altro "terzo" di progetti. «Sono quelli invisibili e non accessibili». Anche in questo caso l'elenco è lungo. Parisi Presicce va a ruota libera. «Sul Colle Oppio - dove ci sono le Terme di Traiano - proprio in uno dei bracci di una galleria nel perimetro delle Terme, è stato trovato quello che è a tutt'oggi è il più grande mosaico parietale che sia stato mai rinvenuto. Ovviamente non lo conosce nessuno perché ancora non ci sono le condizioni per renderlo accessibile fruibile al pubblico, ma è stata una iniziativa importante per la quale chiediamo un atto di mecenatismo, in modo da renderlo accessibile, metterlo in sicurezza e valorizzarlo». Costo: 2,25 milioni di euro. E poi? «Un altro esempio: nessuno se ne rende conto ma il famoso Antiquarium del Celio, che è un edificio importante visibile da via San Gregorio, di fronte all'ingresso del Palatino ha avuto un crollo nel 1939 mentre si realizzava la linea B della Metropolitana. Da allora è chiuso e recintato per ragioni di sicurezza, inaccessibile». Servono 16 milioni di euro.
Ancora: «La torre delle milizie, presso i mercati di Traiano non è accessibile, perché non è messa in sicurezza, e non si può salire sulla torre, che è uno dei punti di vista più alti sulla città». Stessa cosa per la meno nota Torre de' Conti, a Largo Corrado Ricci. «Fino a una ventina di anni fa era la sede dell'albo pretorio; poi è stata abbandonata, anche se ha una posizione strategica, con una bella terrazza, è una torre medioevale che ha inglobato una delle esedre del Forum Pacis. Al piano inferiore c'è ancora conservata una struttura di epoca Flavia». Costo: 4 milioni.
Altro esempio, Villa Rivaldi, nessuno la conosce ma si trova in una delle aree più frequentate dal turismo mondiale: «Sta sul lato opposto di Via dei Fori Imperiali, di fronte alla Basilica di Massenzio. È un manufatto bellissimo, con un giardino importantissimo, totalmente vuoto, abbandonato e inaccessibile». Ma servono 21 milioni per il recupero.
Finito? No. «Villa Caffarelli, a pensarci non ci dormo di notte: è un pezzo importante del cuore capitolino: è nel cuore della città: è stato un settore del Musei capitolini, chiuso negli anni '70 durante i lavori di ristrutturazione. Tra il 2000 e il 2005 ha avuto un intervento che ha fatto coprire i resti del podio del tempio di Giove Capitolino sotto le lastre pavimentali di questo settore del museo. Nel 2005 i musei sono stati riaperti, con la sistemazione della statua di Marco Aurelio, ma tutto questo settore alle spalle è rimasto chiuso perché non c'erano più risorse per risanarlo». Servono 2,5 milioni di euro.

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