Appalti

Costruzioni e Mezzogiorno guidano la frenata dei fallimenti: -4,5% nel primo trimestre

di Luca Orlando

La sorpresa, positiva, arriva dall’edilizia. Perché nei dati Cerved del primo trimestre è proprio questo comparto, il più martoriato dalla crisi, a guidare il calo dei fallimenti tra le imprese italiane, in frenata media del 4,5% tra gennaio e marzo. Anche se i valori assoluti, 3.600 unità, restano su livelli storicamente elevati, il trend di riduzione pare ormai consolidato, con cinque dati in calo negli ultimi sei trimestri. Una frenata ancora non corale, tenendo conto che per le società di persone i fallimenti crescono del 3,6%, ma nelle società di capitale, quelle più strutturate, il miglioramento è ovviamente più marcato della media, con una riduzione del 5,4%.

A livello macro-settoriale industria e servizi evidenziano miglioramenti limitati, con riduzione tre l’1 e il 2% mentre per l’area delle costruzioni il balzo all’indietro è a doppia cifra: -12,4%, il che significa 100 fallimenti in meno. Il lieve miglioramento dell’industria (-1,2%) nasconde in realtà un’ampia dispersione dei risultati, con miglioramenti marcati per meccanica, prodotti intermedi e largo consumo che si confrontano con altri comparti in chiara difficoltà, come metallurgia (+31,3%), sistema moda (+8,6%) e mezzi di trasporto (+17,7%). In termini geografici la riduzione delle procedure è presente quasi ovunque, anche se con intensità diversa. Sud e Isole realizzano la migliore performance, con un calo dei fallimenti che sfiora il 10%, cinque punti di riduzione sono visibili nel Nord-Ovest, due nel Nord Est. Il centro del Paese è invece stabile, sugli stessi valori del primo trimestre del 2015.

«Il 2016 - commenta l’ad di Cerved Marco Nespolo - si è aperto all’insegna della continuità con i positivi risultati del 2015, che suggeriscono un atterraggio morbido dopo l'impennata dei default degli scorsi anni. Incoraggianti i dati relativi a segmenti fortemente colpiti dalla crisi, come il Mezzogiorno e l’edilizia».

In calo per l’ottavo trimestre consecutivo anche le procedure concorsuali diverse dal fallimento: tra gennaio e marzo ne sono state aperte 500, più di un quinto in meno rispetto al periodo corrispondente, circa la metà del picco registrato nel 2013: la riduzione maggiore riguarda i concordati preventivi, giù del 29,5% soprattutto per la frenata decisa dei concordati “in bianco”, procedura che consente di fermare le azioni esecutive dei creditori in attesa della presentazione di un piano di risanamento.

Tornano invece a crescere nel trimestre le liquidazioni volontarie, interrompendo un trend positivo iniziato alla fine del 2013. Si tratta però - precisa l’analisi Cerved - soprattutto della liquidazione di società “dormienti”, registrate in passato ma di fatto non operative sul mercato.

Escludendo dal calcolo le società di capitale che nel triennio non hanno mai presentato un bilancio il trend si ribalta, con un calo delle liquidazioni diffuso a tutti i macro settori, più marcato per l’edilizia (-11,1%).

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