Appalti

Grandi opere/2. Già partiti centinaia di avvisi per gli espropri: indennità in più grazie alla legge ligure

di Jada C. Ferrero

All'ombra dei (virtuali) viadotti della Gronda, maturano due diverse partite economiche: la quantificazione delle indennità di esproprio per gli immobili "interferiti" dal futuro tracciato e, contestualmente, la prima applicazione allargata della innovativa legge ligure sui Pris, i Programmi regionali di intervento strategico (Lr 39/2007) che, in aggiunta alle indennità di legge per gli espropriati, riconosce una somma di 40mila euro più aggiornamento Istat (oggi quindi circa 44mila euro) a ogni famiglia, proprietari residenti o inquilini dimoranti, costrette a sloggiare. Anche per le aziende è previsto un quid compensativo.
Gli espropri riguardano un centinaio di nuclei familiari e una trentina di attività economiche.

Agitazione in loco: Aspi ha pubblicato nei giorni scorsi l'elenco dei proprietari delle centinaia di particelle coinvolte, suddivise in fascia rossa (situate entro i 30 metri dal nuovo nastro autostradale) e blu (fra i 30 e i 60). Tecnicamente, è un avviso che informa i titolari che risultano al catasto di Genova (al 16 marzo) che l'iter è iniziato. Fu già fatto un'altra volta. Soltanto se il ministero dei Trasporti darà l'ok al progetto definitivo appena presentato, scatteranno la dichiarazione di "pubblica utilità" e quindi gli espropri.

La lista non fa capire quali terreni siano da espropriare (oltre che per sede autostrada, per deviazione di fossi e strade esistenti) e/o da occupare temporaneamente (per campi e viabilità di cantiere) e/o solo asservire (servitù di viadotto, di scarico acque e di tiranti in sottosuolo). Sicché, contiene diverse centinaia di soggetti.

Più d'uno risulta aver compiuto i 100 anni. Intere generazioni di famiglie fotografate nelle mappe particellari del catasto genovese, ogni erede un micro possedimento, uno sfrido di terra. E poi banche (Carige), parrocchie, un'opera pia, l'istituto per il sostentamento del clero, il consorzio dei camalli del porto di Genova, enti pubblici, società immobiliari e di leasing, micro aziende di variegata natura - ma ci sono anche Ansaldo, Ilva, Mediterranea delle acque, il terminal portuale Vte - un'osteria, i muri di un ristorante fallito, qualche cittadino straniero. C'è pure una porzione del "Demanio pubblico dello Stato ramo guerra".

Entro il 16 giugno ogni proprietario delle aree sottoposte a vincolo espropriativo (che era in realtà maturato nel maggio 2015, con l'atto finale della positiva Conferenza dei servizi), o chiunque ritenga "possa derivare un pregiudizio diretto dall'atto che comporta la dichiarazione di pubblica utilità", può presentare ad Aspi osservazioni in forma scritta a mezzo raccomandata.

Incuba intanto la partita del Pris, strumento – senza eguali in Italia - finalizzato ad "agevolare la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali attraverso la ricerca della coesione territoriale e sociale".
Il comitato Pris della Gronda, in cui siedono Regione, Comune, camera di commercio, Aspi e Spea, dietro le quinte da mesi lavora: perfeziona, media, smussa, rilancia, lima, incontrando i proprietari e prendendo atto dei mille singoli mal di pancia. Il processo accelera. Il prossimo mercoledì 25 maggio, data ferale. Al mattino, summit fra le parti; al pomeriggio apertura ai primi 35 espropriandi che hanno optato per la "ricollocazione assistita".
All'ordine del giorno, la presentazione, da parte di Aspi, dei valori definitivi e ufficiali relativi alle stime degli immobili interferiti; i tecnici di Spea riferiranno le ultimissime giunte dal Comune in merito agli oneri di urbanizzazione e costo delle aree su cui costruire i primi due complessi residenziali per chi esclude un autonomo trasferimento altrove; infine, esame del testo finale dell'accordo attuativo tra Comune, Regione e Autostrade per l'Italia per la realizzazione del piano di rialloggiamento degli abitanti interferiti.

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