Appalti

Fs-Anas, entro luglio il piano di fattibilità, poi l'autonomia Anas e l'aumento di capitale

di Alessandro Arona

(nella foto l'Ad di Fs Renato Mazzoncini e il presidente Anas Gianni Armani)

Entro luglio il gruppo di lavoro coordinato dal ministero dell'Economia darà una valutazione definitiva sulla fattibilità dell'integrazione societaria Fs-Anas, e se sarà positiva il governo procederà con una norma di legge per dare autonomia finanziaria all'Anas, e infine arriverà l'aumento di capitale con conferimento delle azioni Anas in Fs. Il tutto entro l'anno.

Questa la road map dell'operazione emersa ieri dalle dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e del presidente dell'Anas Gianni Armani, a margine del convegno «Italia cantiere aperto» organizzato a Roma da Key2People e Boston Consulting Group.

Proprio ieri è stato costituito il gruppo di lavoro tra Mef (ministero dell'Economia), Mit (Infrastrutture), Fs e Anas. «Ci siamo dati due mesi di di lavoro con il Ministro Padoan - ha detto Delrio - poi saremo in grado di valutare vantaggi e svantaggi di questa operazione».

Un'operazione in cui però Delrio sembra già credere fortemente, a partire dall'obiettivo di dare all'Anas autonomia finanziaria e possibilità di indebitarsi sul mercato (a bassi tassi) senza gravare sul debito pubblico, operazione già annunciata da Delrio e Armani nell'estate scorsa ma poi non entrata nella legge di stabilità per le perplessità del Mef. Ora l'operazione sarebbe più ambiziosa, creare cioè sinergie programmatorie e gestionali tra ferrovie e strade.

«È una potenziale sinergia molto interessante - ha detto Delrio - che ha poche esperienze nel mondo. Fs e Anas potranno fare una programmazione coordinata e velocizzare la progettazione».

«Un altro obiettivo - ha aggiunto Armani - è quello di creare un gruppo infrastrutturale di livello mondiale. Fare massa comune, per partecipare a gare e contratti all'estero, e creare opportunità anche alle imprese italiane di costruzione».

Armani ha spiegato che «entro l'estate sarà valutata la fattibilità dell'operazione. Poi il primo passaggio sarà dare autonomia finanziaria all'Anas, servirà una norma di legge ma dovremo anche ripulire Anas dal contenzioso degli anni passati. Si tratta ancora di 9 miliardi di euro, andrà studiato un modo per toglierli subito dal bilancio Anas». «Poi - aggiunge Armani - servirà un aumento di capitale Fs», con conferimento delle azioni Anas (100% del Mef, come d'altra parte Fs) dal Tesoro a Fs. «Il mio auspicio personale - ha concluso - è di arrivare alla fusione tra Anas e Fs entro l'anno».

Per l'autonomia finanziaria di Anas l'ipotesi principale resta quela di girare ad Anas una quota delle accise sulla benzina, senza aumenti alla pompa, ma Armani ha parlato anche di "vignette" (il bollo, come in Svizzera), che sarebbe invece un costo in più per gli utenti, o un corrispettivo di servizio pagato dallo Stato in base a parametri di qualità e quantità.

Il tema del convegno era l'attrazione degli investitori privati nelle infrastrutture. «Dieci anni fa - ha spiegato Andrea Viganò, Ceo di BlackRock Italia, uno dei principali gestori del risparmio (asset manager) a livello mondiale - i fondi investivano nelle infrastrutture praticamente zero, ora siamo a 350 miliardi di euro e l'interesse continua a crescere». «Per ora non abbiamo partecipazioni in Italia - aggiunge - ma stiamo valutando vari progetti nelle rinnovabili. Il governo è impegnato a rimuovere gli ostacoli che hanno frenato gli investitori negli anni scorsi». «Stiamo lavorando - ha detto il Ministro Delrio - a una nuova generazione di progetti appetibili per gli investitori privati, penso che in un paio di mesi saremno pronti a lanciarli».

«Per il rinnovamento delle infrastrutture in Italia - aggiunge Cristina Calabrese, Ceo di Key2people executive search, una delle principali società di "cacciatori di teste" in Italia - serve anche un ricambio nel management delle imprese di costruzione. In Italia l'età media dei manager è in generale più alta che nel resto d'Europa, e questo vale in particolare per le grandi imprese di costruzione. Bisogna affrontare le sfide della digitalizzazione e dell'integrazione sistemica anche pensando di assumere manager dall'estero, magari italiani ma che abbiano fatto esperienza all'estero».

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