Appalti

Il Gruppo Maltauro volta pagina: diventa Icm e nomina Liberatori presidente

di Katy Mandurino

Il Gruppo Maltauro volta pagina, nomina un nuovo presidente e cambia nome. È segnale inequivocabile della volontà di scrollarsi di dosso un passato scomodo, che ha visto gli ex vertici della società vicentina di costruzioni coinvolti nelle inchieste giudiziarie della Procura di Milano sugli appalti per l’Expo, e presentarsi – soprattutto sui mercati esteri – con più credibilità.

Nell’assemblea degli azionisti del Gruppo è stato deliberato di adottare l’acronimo Icm (Impresa costruzioni Maltauro) al posto dell’attuale nome e di designare come presidente l’amministratore delegato Alberto Liberatori, che avrà così le due più importanti cariche industriali. «Abbiamo superato un periodo non facile – ha dichiarato al Sole 24 Ore Liberatori – e non vogliamo nasconderci dietro una sigla. Quello su cui puntiamo è il rinnovamento complessivo e una nuova strategia sui mercati esteri».

Mercati che, a fronte dello stallo degli investimenti in Italia, continuano a portare numerose commesse: nel 2015 hanno contribuito ai buoni risultati del gruppo i lavori in Medio Oriente (per circa 273 milioni di euro) e in Africa (Kenya e Capo Verde) dove sono in fase di realizzazione infrastrutture aeroportuali e stradali. «Stiamo guardando al Sud America – ha continuato Liberatori - e alla Polonia, Paese che sta investendo cifre importanti grazie ai fondi dell’Unione Europea, e stiamo lavorando ad un nuovo appalto autostradale in Romania».

Nella assemblea degli azionisti è stato anche approvato il bilancio di esercizio 2015: i ricavi sono 482 milioni di euro, generati per il 61% all’estero e per il 39% in Italia. Il margine operativo lordo (Ebitda) ammonta a 46,6 milioni, in incremento sul fatturato del 9,7%, mentre l’utile netto è pari a 3,5 milioni. L’Ebit ammonta a 28,9 milioni, il 6% (era a 22,5 milioni nel 2014). La posizione finanziaria netta si attesta a 42,7 milioni rispetto ai 57 milioni del 2014, con un patrimonio netto consolidato che ammonta a 73,4 milioni. Il portafoglio lavori di Gruppo ammonta a 2 miliardi di euro, il 72% sono opere infrastrutturali e il 28 % da lavori edili.

«Siamo in linea con il piano industriale 2014-16 – ha aggiunto il neopresidente – e non escludo che in un prossimo futuro cercheremo acquisizioni all’estero». Intanto, il piano industriale 2016–2018 prevede un ulteriore sviluppo del portafoglio attuale, con stima nel triennio di nuove commesse per 1,6 miliardi, con un valore della produzione 2018 previsto di circa 680 milioni di euro.

Resta aperto il capitolo sugli extra-costi di Expo, ovvero il contenzioso legato ai lavori effettuati all’esposizione universale di Milano (due lotti commissariati dall’autorità anticorruzione in seguito all’inchiesta giudiziaria) per i quali la Maltauro ha sostenuto costi maggiori per circa 10 milioni. «Siamo ancora in attesa non solo del via libera dell’avvocatura, ma anche della relazione formale che deve giungere dalla dirigenza Expo. È ancora tutto fermo».

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