Appalti

Nuovo Codice/4. Il Dlgs 50 si applica anche in Sicilia, cancellato l'art. 19 della legge regionale

di Brunella Giugliano

La Regione Sicilia recepisce il nuovo Codice degli Appalti, in vigore su territorio nazionale dal 19 aprile 2016. Lo fa con una direttiva regionale, firmata dall'Assessore per le Infrastrutture Giovanni Pistorio e dal dirigente del Dipartimento Tecnico Vincenzo Palizzolo, e indirizzata a tutte le stazioni appaltanti siciliane, con cui viene cancellata la legge regionale 10 luglio 2015 n. 14. "Modifiche all'art.19 della legge regionale n. 12 del 12 luglio 2011", negli ultimi mesi oggetto di contestazioni e polemiche.
La norma regionale, infatti, approvata dall'Assemblea siciliana il 10 luglio 2015, era stata impugnata dal Consiglio dei Ministri due mesi dopo e nelle more della sentenza della Corte Costituzionale è rimasta in vigore per circa otto mesi.

«Con la direttiva appena firmata– spiega l'assessore Giovanni Pistorio – comunichiamo alle stazioni appaltanti su territorio regionale che l'articolo 19 della Legge regionale 12/2011 non risulta più operativo e che di conseguenza sono in vigore le nuove disposizioni dettate dal decreto legislativo 50/2016. Si tratta di un'applicazione automatica in virtù del rinvio di tipo dinamico alla normativa statale previsto proprio dalla legge 12/2011. Quest'ultima, infatti, per superare la competenza esclusiva regionale in materia di lavori pubblici, aveva previsto che su territorio siciliano sarebbe entrata in vigore la legge nazionale allora vigente, e cioè il decreto legislativo 163/2006, e tutte le successive modifiche».

La circolare, in particolare, stabilisce che tutte le norme in contrasto con la nuova normativa sono abrogate e «tutti i riferimenti delle norme regionali al decreto legislativo 163/2006 dovranno intendersi riferiti alle nuove disposizioni dettate dal decreto legislativo 50/2016».

Una legge, dunque, che dovrebbe rappresentare un salto di qualità nella gestione degli appalti e, soprattutto, mettere d'accordo forze politiche, imprenditori e stazioni appaltanti.
Solo due mesi fa, infatti, lo stesso governatore della Sicilia, Rosario Crocetta aveva chiesto al Parlamento siciliano (Ars) di bloccare la legge regionale 14 impugnata dal Governo, poiché sosteneva che le gare in corso non potessero essere affidate con una norma sulla quale gravava una sentenza della Corte Costituzionale e quindi esposta ad eventuali contenziosi. Una legge, tra l'altro, su cui pendeva il timore che fosse gradita a imprenditori vicino alla mafia, a causa del ritrovamento da parte di periti nominati dal tribunale di Trapani di alcuni "pizzini" contenenti i nomi di diversi deputati regionali dell'Ars (tra cui anche lo stesso Crocetta) che dovevano essere "avvicinati" per farla approvare.

La legge 14/2015, in particolare, introduceva la possibilità per le stazioni appaltanti, dove fosse stato stabilito come criterio di aggiudicazione quello del prezzo più basso, di applicare nei bandi sotto soglia comunitaria (5 milioni) il criterio dell'esclusione automatica dalla gara delle offerte con una percentuale di ribasso pari o superiore ad una certa soglia di anomalia, calcolata sulla base della media aritmetica dei ribassi percentuali di tutte le offerte presentate.
Criterio che per Palazzo Chigi avrebbe leso la tutela della concorrenza, di competenza legislativa esclusiva dello Stato, poichè abolirebbe di fatto il massimo ribasso, inserendo paletti sulle offerte anomale che quindi sarebbero automaticamente escluse. Da qui la decisione di impugnare la norma.

Per superare l'impasse la Regione siciliana aveva individuato una proposta di modifica con il Governo, prevedendo un diverso sistema per la determinazione della soglia di anomalia.
Ma tale modifica, approvata dalla Giunta Regionale nel novembre del 2015, non ha mai avuto l'ok del Parlamento siciliano. Da qui la decisione di recepire il nuovo Codice degli Appalti.

«E' un'ottima normativa, quella del Dlgs 50/2016 – continua l'Assessore Pistorio – che contiene molte previsioni che erano contemplate anche dal testo di legge regionale. Tra i principi ispiratori del nuovo codice particolarmente apprezzato è quello sul criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa che garantisce l'esecuzione delle opere e della fornitura di beni e servizi a regola d'arte, e il principio della riduzione delle stazioni appaltanti fino all'attivazione delle centrali uniche di committenza».

La direttiva della Regione Siciliana

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©