Appalti

Nuovo codice/4. Decreto parametri, Zambrano (Cni): «Se l'Anac non chiarisce impugneremo i bandi»

di Giuseppe Latour

Gli ingegneri adesso puntano tutto sulle linee guida dell'Anac. Lo spiega il presidente del Consiglio nazionale, Armando Zambrano, commentando la versione definitiva del Codice appalti. Il decreto legislativo n. 50 del 2016, dopo le correzioni dell'ultimo minuto, ha recuperato molte posizioni nel gradimento del Cni: il giudizio complessivo, a conti fatti, è positivo. Anche se resta una grande ombra, legata al passaggio che non impone l'obbligo di utilizzare il decreto parametri per determinare gli importi da porre a base delle gare di progettazione. La speranza di Zambrano è che l'Anticorruzione riesca a metterci una pezza, con le sue linee guida di prossima approvazione. Altrimenti, i professionisti passeranno al contrattacco, impugnando tutti i bandi che non applicano il Dm n. 143 del 2013.

Qual è stata la sua reazione alla lettura del Codice appalti?
In generale, posso dire che il nostro giudizio è sostanzialmente positivo, dal momento che molti problemi che erano presenti nella prima versione del testo sono stati risolti, come è successo per la cauzione o per la trattativa privata.

Non è stato così dal lato degli importi da porre a base delle gare di progettazione…
Mi è dispiaciuto molto, perché tutti ci avevano dato rassicurazioni che sarebbe stato introdotto l'obbligo di utilizzo del Dm parametri. Anche le indicazioni delle commissioni parlamentari erano andate in questo senso. D'altronde, basta leggere i documento di accompagnamento al Dm n. 143 del 2013 per capire che già allora si guardava alla possibile obbligatorietà. Sono stupito che quel concetto non sia stato ripreso. Perché si tratta soprattutto di un problema di trasparenza.

In che senso?
Se i Rup hanno il potere di determinare gli importi dei compensi a loro piacimento, possono anche decidere di tenere la gara sotto la soglia di 100mila euro, sottraendola a una reale concorrenza.

Adesso cosa farete?
Abbiamo già avviato un'interlocuzione con l'Anac e speriamo nell'intervento che faranno con le linee guida. Penso che lì possano essere risolti diversi problemi. E non parlo soltanto del decreto parametri, ma anche delle questioni ancora aperte sulla qualificazione, che non deve discriminare i piccoli progettisti. Dobbiamo evitare l'introduzione di regole che guardino più ai fatturati che alla qualità.

E se le linee guida non dovessero risolvere il problema?
Allora dovremo procedere riproponendo quello che abbiamo già fatto in passato. Dovremo impugnare i bandi che non prevedono l'utilizzo del Dm parametri. Anche se vorremmo evitare di dover procedere a impugnare tutto, bando per bando.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©