Appalti

Trasparenza sui piccoli lavori, anticipo prezzi e tetto ai subappalti: tutte le correzioni del Parlamento al codice

di Giuseppe Latour e Mauro Salerno

Anticipazione del prezzo stabilizzata al 20 per cento. Più paletti per gli affidamenti sotto il milione di euro. Massimo ribasso impossibile sopra i 150mila euro. Ripristino della soglia di subappaltabilità al 30 per cento. Sezioni speciali per gli albi Anac dei commissari, dedicate ad alcune grandi stazioni appaltanti: Consip, Invitalia e soggetti aggregatori regionali. Unificazione del rating di impresa, sotto l'Anac. Più vincoli per le deroghe, in caso di emergenze. Ritorno dei bandi di gara sui giornali. Eliminazione della cauzione per i progettisti, che incassano anche l'obbligo di utilizzo del Dm parametri e l'abbassamento a 100mila euro (da 209mila) della soglia per le procedure senza gara. E una maxisanzione pari al 10% dell'importo dei lavori per le concessionarie che non rispettano i vincoli sull'in house.

Le commissioni Lavori pubblici del Senato e Ambiente della Camera hanno depositato oggi l'atteso parere unico sul Codice appalti, firmato dai due relatori: Stefano Esposito e Raffaella Mariani. Come da previsioni, e seguendo la strada già tracciata dal Consiglio di Stato, il testo redatto dalle commissioni punta a una riscrittura, più che a una semplice correzione di punti critici. Oggi il testo sarà votato e inviato al Governo che, a questo punto, avrà poco più di dieci giorni per fare gli ultimi aggiustamenti e andare in Consiglio dei ministri con la versione finale del Codice appalti.

Anticipo prezzi e subappalto
Tra le novità da inserire nella versione finale del Codice, infatti, spicca il ritorno dell'anticipazione del prezzo a favore delle imprese, «pari al 20% da corrispondere all'appaltatore entro quindici giorni dall'effettivo inizio dei lavori». L'erogazione, però, viene subordinata alla costituzione di una garanzia fideiussoria. Diventa così strutturale la misura che, al momento, scadrà il 31 luglio del 2016. Viene, poi, risolto il problema del subappalto, uno dei più discussi durante i lavori parlamentari: all'articolo 105 si stabilisce il ripristino della soglia del 30% «dell'importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture». E si introduce, in materia di pagamento diretto, un decreto del ministero delle Infrastrutture, su proposta dell'Anac, che dovrà individuare i casi in cui si può fare ricorso a questo strumento.

Commissioni giudicatrici
Viene, poi, sminata la questione delle commissioni giudicatrici, posta da alcune grandi stazioni appaltanti. In sostanza, a Consip, Invitalia e ai soggetti aggregatori regionali viene concessa la costituzione di una sezione speciale degli elenchi Anac, composta da esperti interni, alla quale potranno fare ricorso per le loro procedure di gara: in questo modo si risponde alla richiesta di non gravare di oneri eccessivi le stazioni appaltanti più strutturate. Inoltre, le commissioni interne vengono limitate al di sotto della soglia dei 150mila euro, mentre prima potevano arrivare fino alla soglia comunitaria da 5,2 milioni. In riferimento a questo, nell'elenco delle stazioni appaltanti certificate dall'Anac viene inclusa d'ufficio anche Invitalia, mentre vengono escluse le città metropolitane.

Sotto soglia, procedure più trasparenti
L'articolo 36 viene praticamente riscritto, aumentando il livello di trasparenza delle procedure sotto soglia. Tra i 40mila e i 150mila viene istituito l'obbligo di consultazione di almeno cinque operatori economici (prima erano tre). Tra i 150mila e il milione di euro si passa dalla trattativa privata alla procedura ristretta che, quindi, prevede un bando e la consultazione di almeno dieci operatori. In alternativa, sarà possibile usare la procedura aperta, senza possibilità però di utilizzare il criterio del prezzo più basso. Sul massimo ribasso arriva un colpo piuttosto a sorpresa, che però va nella direzione della forte opposizione che Stefano Esposito ha sempre espresso nei confronti del prezzo più basso. Questo criterio di aggiudicazione potrà essere utilizzato solo per i lavori di importo pari o inferiore a 150mila euro. La vecchia soglia – va ricordato - era fissata a un milione.

Bandi sui quotidiani
All'articolo 75 viene chiesta una correzione in materia di pubblicità dei bandi. Il decreto del Mit che, entro sei mesi, dovrà definire gli indirizzi generali di pubblicazione della documentazione di gara dovrà prevedere, tra i vari criteri, anche l'utilizzo della stampa quotidiana maggiormente diffusa nell'area interessata dal bando. Si dice, poi, esplicitamente che fino al 31 dicembre del 2016 si applica il regime attualmente in vigore.

Rating di impresa
Una soluzione arriva anche sulla vicenda del rating di impresa, che passerà tutto dall'Anac. Viene così istituito presso l'Anticorruzione il sistema del rating di impresa, «da applicarsi ai soli fini della qualificazione delle imprese, per il quale l'Autorità rilascia apposita certificazione». In questo modo viene unificato il sistema, come chiesto dal presidente Anac, Raffaele Cantone, dal momento che adesso l'Autorità gestirà anche il rating di legalità, in raccordo con l'Antitrust.

Concessioni
Altra risposta importante arriva sull'articolo 177, relativo alle concessioni: nel caso in cui le società non rispettino il limite dell'80%, imposto dal Codice, l'Anticorruzione potrà intervenire. E il decreto legislativo le attribuisce una vera e propria maxi sanzione: le concessionarie potranno essere colpite «in misura pari al 10% dell'importo complessivo dell'appalto». Sarà l'Autorità a indicare, in apposite linee guida, le modalità con le quali eserciterà il suo potere di verifica. All'articolo 121, poi, si precisa che le norme del Codice si applicano anche alle attività relative allo sfruttamento di un'area per la produzione di petrolio.
Una seconda modifica sostanziale, in materia di concessioni e partenariati, viene chiesta all'articolo 165. Il prezzo che le amministrazioni possono corrispondere, sommato ai vari meccanismi di finanziamento pubblico, al momento non può superare il 50% del costo totale dell'investimento. Questo valore scende fino al 30%: vuol dire, in pratica, che sarà molto più difficile fare project financing, dal momento che l'investimento si dovrà sostenere in misura maggiore da solo.

Turbativa d'asta e false dichiarazioni
Tra i motivi di esclusione viene inserita anche la turbativa d'asta: probabilmente, una dimenticanza rispetto all'attuale Codice. E, allo stesso articolo, viene previsto al comma 12 che, per la presentazione di false dichiarazioni e false documentazioni, l'Anac potrà disporre una sanzione fino a un massimo di due anni (prima era un anno).

Più paletti per la Protezione civile
Niente trattativa privata per le bonifiche. Per le emergenze di Protezione civile la possibilità è legata al rischio di incolumità pubblica o al ripristino di situazione post calamità. Salta, in sostanza, il riferimento generico alla Protezione civile che, quindi, avrà più vincoli quando dovrà derogare al Codice.

Clausole sociali
Altro cambio importante, sulle clausole sociali. Viene stabilito che «i bandi di gara e gli avvisi e gli inviti disciplinati dal presente codice, con particolare riguardo a quelli ad alta intensità di manodopera, devono prevedere clausole sociali». In pratica, rispetto alla prima versione del Codice si chiede l'introduzione di un obbligo esplicito.

Progettazione
Diverse risposte importanti arrivano per i progettisti. All'articolo 93, in materia di cauzione a corredo dell'offerta, viene esplicitamente chiesto che «le norme del presente articolo non si applicano ai servizi aventi ad oggetto la redazione della progettazione e del piano di sicurezza e coordinamento e ai compiti di supporto alle attività del responsabile unico del procedimento». All'articolo 24 si corregge il tiro sul decreto parametri, che serve a determinare gli importi da porre a base delle gare di progettazione: le stazioni appaltanti dovranno obbligatoriamente utilizzarlo. Per i concorsi di progettazione viene reso obbligatorio il rimborso spese. Mentre, sul fronte della trattativa privata, la soglia scende da 209mila a 100mila euro, con cinque inviti. Non arrivano, invece, modifiche particolari in materia di appalto integrato, se si eccettua una ulteriore specificazione dell'obbligo di mandare in gara soltanto progetti esecutivi.

Produzione di petrolio
Dopo le polemiche dei giorni scorsi nel parere arriva anche l'invito al governo a introdurre la produzione di petrolio tra le attività da sottoporre all'obbligo di rispettare le regole del codice e dunque da assegnare con le gare.

Il parere sul nuovo codice appalti depositato ieri in Parlamento

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