Appalti

Nuovo codice/3. Spunta il «Collegio consultivo tecnico» per il contenzioso sulle riserve

di Mauro Salerno

Un mini-arbitrato in cantiere. Senza le garanzie minime di terzietà previste per la scelta degli esperti presenti nell'accordo bonario. Mentre dalle legge delega arriva l'indicazione di stringere le maglie sull'arbitrato, circoscrivendo questa possibilità alla formula amministrata (dove il presidente è nominato dalla camera arbitrale), un po' a sorpresa nella bozza del codice spunta, all'articolo 207, una nuova possibilità per dirimere le controversie tra impresa e stazione appaltante prima di rivolgersi a un tribunale. Una formula alternativa all'accordo bonario, ma anche con meno paletti.

Si tratta del «Collegio consultivo tecnico». Un «board» di tre esperti di opere pubbliche nominati dalle due parti, con la possibilità che il terzo esperto venga scelto dai due "giudici" di parte. Compito del collegio è svolgere gli approfondimenti tecnici per risolvere le controversie e formulare una proposta di accordo che non vincola le parti. Ma se invece le due parti accettano l'accordo, l'intesa «cale come transazione».

Insomma alla fine si arriva a una soluzione identica a quella dell'accordo bonario, la procedura standard per le soluzione dei contrasti relativi alle riserve, ma con meno vincoli formali.

La questione è stata sollevata in audizione alla Camera anche dal presidente dell'Autorità Anticorruzione raffaele Cantone. Per l'ex magistrato la nuova procedura del «Collegio consultivo tecnico» offre meno garanzie di indipendenza alla stazione appaltante rispetto all «accordo bonario». Di qui la richiesta di un approfondire la questione in sede di preparazione del parere parlamentare, in modo da correggere la rotta in vista dell'approvazione definitiva del decreto

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