Appalti

Roma, ancora troppi appalti senza gara: per l'Anac «criticità» anche nel 2015

di Mau.S.

Saranno state di meno, ma sono sempre le trattative privare il metodo preferito dai funzionari del comune di Roma per assegnare gli appalti. Lo segnala il presidente dell'Anac, in una nota trasmessa al commissario Francesco Paolo Tronca, che aggiorna i risultati dello studio sugli appalti assegnati dal Campidoglio. Nella prima edizione il focus si era concentrato sugli anni 2012-2014 (gestioni Alemanno e Marino). Ora si allunga lo sguardo fino a tutto il 2015. Anno in cui, scrive Cantone, «a livello macroscopico» c'è un «primo segnale di inversione di tendenza» ma «permangono criticità» e servono «incisive misure correttive».

I dati
Nel 2015, anno dopo le dimissioni di Marino dal primo novembre a Roma è arrivato il commissario Tronca, si il numero di contratti assegnati con procedura negoziata, cioè senza gara, è diminuito sul 2014. Il numero delle procedure è sceso da 6.771 a 5.408 (1.363 in meno), mentre il valore dell'importo complessivo è passato dal 71,75% al 46,69% sul totale. Resta il fatto che il valore economico dei lavori assegnati per questa via è rimasto grosso modo invariato. «Le procedure di affidamento complessivamente espletate da Roma Capitale nel 2015 - si legge nel documento - sono state 6.734 per un importo complessivo pari ad 857.875.924 euro. Il decremento del numero degli affidamenti rispetto agli anni precedenti ed in particolare al 2014, accompagnato da un significativo aumento degli importi affidati (7.832 affidamenti nel 2014 per un importo complessivo di 583.997.882 euro), lascia supporre la presenza di un effetto combinato dell'avvio del processo di centralizzazione degli acquisti adottato da Roma Capitale nel 2015 e di ottimizzazione della consistenza degli appalti operata dai singoli centri di costo con conseguente generalizzato incremento dell'importo medio degli appalti».

Inoltre, gli uffici dell'Autorità hanno rilevato un piccolo aumento del numero delle procedure ad evidenza pubblica espletate (265 in più sul 2014) e dei relativi importi medi affidati a fronte della riduzione del numero di procedure negoziate espletate (dalle 6.771 nel 2014 alle 5.408 nel 2015) a sostanziale invarianza economica: da 419.018.992euro del 2014 a 400.580.201 del 2015.

Affidamenti diretti
Nel mirino anche la troppa disinvoltura degli uffici del Campidoglio nel ricorso agli affidamenti diretti, dunque senza passare neppure dalla richiesta di un preventivo a più imprese. «Al riguardo - scrive Cantone - occorre valutare la possibilità di procedere ad azioni correttive al fine di ridurre la persistente frequenza del ricorso all'affidamento diretto e ad altre tipologie di affidamento con procedura negoziata che sono state già oggetto di contestazione da parte di questa Autorità in quanto adottate in casi non contemplati dalla normativa vigente e per carenza di motivazione».

La risposta del Campidoglio
L'amministrazione straordinaria di Roma Capitale accoglie con favore l'analisi compiuta da Anac sugli effetti delle misure adottate da Roma Capitale in materia contrattuale nell'anno 2015. «Il significativo trend di miglioramento rilevato, ottenuto in virtù della vigilanza collaborativa instaurata con l'Anac - sottolinea il Campidoglio - sarà confermato nel corrente anno grazie all'azione correttiva intrapresa sin dall'insediamento della Gestione Commissariale». «In tale direzione vanno la ridefinizione degli assetti organizzativi conseguenti al nuovo codice dei Contratti, il nuovo ruolo attribuito alla Centrale Unica di Committenza, chiamata a supervisionare tutti gli appalti ad evidenza pubblica, e la standardizzazione di tutte le procedure negoziate», conclude il Campidoglio.

Il tavolo tecnico
Il Consiglio dell'Autorità nazionale anticorruzione ha deliberato di istituire un tavolo tecnico congiunto Anac-Roma Capitale, per proseguire l'attività di monitoraggio sugli appalti. Lo si legge nella nota firmata dal presidente dell'Anac Raffaele Cantone e trasmessa al commissario Francesco Paolo Tronca. Il tavolo tecnico, spiega il documento, sarà «la sede idonea per approfondire e individuare le azioni correttive necessarie, mediante una puntuale disamina degli aspetti più critici ovvero di dubbia interpretazione».

La nota inviata da Cantone a Tronca

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