Appalti

Nuovo codice/2. Sindacati in pressing per strappare modifiche sui lavori in house

di G. La.

La trattativa per la modifica dell'articolo 177 sull'in house prosegue. Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno convocato un incontro nel quale hanno presentato le proposte di modifica avanzate alle commissioni parlamentari che stanno lavorando al parere sul Codice degli appalti. Chiedendo integrazioni sui riferimenti ai contratti nazionali, sulla trattativa privata, sulle cause di esclusione, sul subappalto e sull'in house. E proprio le regole sulle gare delle concessionarie continuano ad essere il fronte più caldo. I contatti con il ministero delle Infrastrutture vanno avanti da giorni, nel tentativo di ottenere un ammorbidimento del Codice. Domani è stato convocato un nuovo incontro al Mit, sul quale aleggia la minaccia di uno sciopero nazionale.

«L'80-20 non è modificabile», così il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini ha messo una pietra tombale sulla richiesta dalla quale, mesi fa, erano partiti i sindacati. Alla luce della legge delega, la quota minima di lavori da mandare in gara non è più oggetto di trattativa tra le parti. Acquisito questo risultato, il dialogo va avanti nel tentativo di ammorbidire in qualche altro modo la previsione del Codice, dal momento che l'assetto della bozza approvata dal Cdm in prima lettura metterebbe a rischio il posto di lavoro di molti dipendenti delle grandi società in house, come Pavimental.

Una seconda ipotesi è quella di scorporare le progettazioni e le manutenzioni, tirandole fuori dalle quote fisse indicate per legge dal Codice. Di questa possibilità si è discusso nel corso dell'incontro della scorsa settimana

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