Appalti

Matarrese, ok al concordato preventivo: nasce Newco con appalti e operai

di Massimiliano Scagliarini

Il Tribunale civile di Bari (nella foto) ha omologato il concordato preventivo della Salvatore Matarrese. Dopo quasi due anni di incertezze la più antica impresa di costruzioni della Puglia potrà ripartire alleggerita dei debiti attraverso una newco che eredita tutti i cantieri, mentre i circa 250 milioni di debiti (di cui una parte nei confronti del Fisco) restano in pancia alla vecchia società, avviata verso la liquidazione.

Il piano concordatario (advisor Studio Pellecchia di Bari, avvocati Di Gravio, De Luca, Liantonio e Maggio) prevede che la newco Matarrese srl, affittuaria del ramo di azienda con gli appalti (il portafoglio lavori residuo è pari a circa 200 milioni), venga venduta ad un'altra società della stessa famiglia di costruttori baresi (la Strade e Condotte, controllata dalla holding Finba). L'attività edilizia resta dunque in casa, mentre i debiti con i fornitori della vecchia Salvatore Matarrese verranno soddisfatti dalla liquidazione degli asset, tra cui figurano alcuni suoli edificabili (tra questi, tramite una controllata, anche Punta Perotti) e varie proprietà immobiliari valutate in totale 149,7 milioni: sommando anche i 5 milioni per la vendita del ramo d'impresa, significa che i creditori non privilegiati otterranno il 35% delle somme vantate, meno del 50% ipotizzato inizialmente nel piano concordatario (mentre ovviamente, per legge, viene riconosciuto il 100% ai creditori privilegiati: creditori ipotecari e Fisco). La proposta ha ottenuto il voto positivo del 94% dei creditori, che la hanno evidentemente ritenuta più favorevole rispetto a un fallimento: il concordato dovrebbe infatti consentire la liquidazione entro cinque anni, anche se per alcuni beni (si pensi proprio a Punta Perotti e all'enorme contenzioso sull'ecomostro abbattuto) i commissari giudiziali hanno segnalato che i tempi potrebbero essere lunghi.

I giudici hanno considerato la proposta congrua sotto il profilo giuridico, respingendo le istanze di fallimento di alcuni fornitori e superando anche le perplessità che erano state segnalate dalla Procura di Bari. Il pm Gaetano Dentamaro ha infatti trasmesso alla fallimentare i contenuti del fascicolo d'indagine sui rapporti tra la Salvatore Matarrese e la As Bari, la società di calcio di famiglia fallita nel 2013. Già nel ricorso per il concordato, e poi nella relazione dei commissari giudiziali Fabio Di Cagno e Nicola Notarnicola, era emerso che negli anni fino al 2013 la squadra di calcio era rimasta in vita grazie alle garanzie prestate dall'impresa: dunque, in questo senso, il pallone ha aggravato la crisi aziendale. Tuttavia, ha scritto il Tribunale, «il sostegno finanziario garantito alla partecipata negli ultimi anni, in particolare nel periodo a ridosso della manifestazione dello stato di crisi, troverebbe giustificazione nella esigenza di garantire l'iscrizione al campionato cadetto dell'As Bari e quindi di preservare il valore della partecipazione nella prospettiva della vendita della medesima».

La crisi di quella che all'epoca era la più importante impresa di costruzioni del Mezzogiorno è esplosa nel 2014, dopo che era stata inutilmente tentata la strada della ristrutturazione del debito: una delle banche creditrici aveva anche ottenuto il sequestro conservativo di una parte del risarcimento ottenuto per l'abbattimento dell'ecomostro di Punta Perotti.
A giugno 2014 era così stata depositata la domanda di concordato. A gennaio 2015, va ricordato, il Tribunale di Bari aveva però avviato la procedura di revoca del concordato a seguito di una serie di circostanze evidenziate dai commissari: erano emersi bonifici non autorizzati alla filiale albanese. Tuttavia, dopo i chiarimenti offerti dalla società, i giudici hanno stabilito che non si era trattato di atti in frode ai creditori, e dunque la procedura è regolarmente ripresa.
Dalla famiglia Matarrese trapela soddisfazione per la conclusione della procedura che consente anche di dare certezze a circa 330 dipendenti. La newco – è detto in una nota del gruppo – «proseguirà l'attività d'impresa al di fuori della procedura di concordato salvaguardando la prosecuzione di tutti gli appalti in corso e dei lavoratori impegnati nell'azienda, considerando superato il periodo della crisi aziendale».

L'ordinanza del Tribunale di Bari

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