Appalti

Codice appalti, ecco le mosse del Governo per contrastare la corruzione nelle gare pubbliche

di Giuseppe Latour

Stop al massimo ribasso, vincoli per i commissari giudicatori, conflitto di interessi. E, ancora, stazioni appaltanti più qualificate, vigilanza collaborativa dell'Anac, verifiche sulle varianti, maglie strette per la direzione lavori e per le offerte anomale. La discussione sul nuovo Codice appalti questa settimana entra nel vivo presso le commissioni parlamentari di Camera e Senato. Così, mentre l'onda dello scandalo tangenti che ha travolto l'Anas si allunga, è già possibile individuare, tra le pieghe del decreto legislativo, quali anticorpi il Governo ha pensato di costituire per contrastare la corruzione negli appalti pubblici. Al centro di tutto c'è l'Anac di Raffaele Cantone. Ma, a ben vedere, la sua attività sarà supportata da un pacchetto di regole particolarmente corposo. Che, però, non esclude qualche zona d'ombra: sia per i lavori che per la progettazione si allarga pericolosamente il perimetro della trattativa privata.

La prima novità importante in chiave anticorruzione riguarda i criteri di aggiudicazione. Il Codice mette la morsa al massimo ribasso, attraverso una serie di contromisure. Il criterio del prezzo più basso potrà essere usato solo in casi eccezionali, come i lavori di scarsa entità o i servizi e le forniture standardizzati. Nelle procedure di aggiudicazione di appalti o concessioni il criterio guida è quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che prevede la valutazione di altri elementi oltre al prezzo. Per ridimensionare la discrezionalità che questo assetto comporta, si stabilisce che la commissione giudicatrice dovrà essere composta da esperti inseriti in un albo nazionale istituito presso l'Anac e sorteggiato volta per volta. L'Anticorruzione dovrà vigilare su di loro.

Sempre sul fronte dei criteri di aggiudicazione, un'altra contromisura (più tecnica) è inserita all'articolo 92 del provvedimento. Qui si regola il caso in cui i ribassi delle offerte presentate appaiano anormalmente bassi. Gli operatori economici saranno chiamati a giustificare il motivo di questi sconti eccessivi, per evitare offerte nate esclusivamente con lo scopo di falsare la concorrenza. Il metodo di determinazione della soglia di anomalia, però, non sarà sempre lo stesso, ma sarà fissato in maniera diversa a seconda dei casi, secondo una regola fissata dal decreto.

Un'altra grande novità del nuovo Codice, poi, è l'introduzione del conflitto di interessi. Questa fattispecie si sostanzia quando «il personale di una stazione appaltante o di un prestatore di servizi che, anche per conto della stazione appaltante, interviene nello svolgimento della procedura di aggiudicazione degli appalti e delle concessioni o può influenzarne, in qualsiasi modo, il risultato, ha, direttamente o indirettamente, un interesse finanziario, economico o altro interesse personale che può essere percepito come una minaccia alla sua imparzialità e indipendenza nel contesto della procedura di appalto o di concessione». In altre parole, l'idea è di ostacolare tutti quei casi nei quali esistono commistioni tra le imprese e gli uffici gare delle stazioni appaltanti. Gli operatori in conflitto di interessi, infatti, potranno essere esclusi già in sede di verifica dei requisiti generali di accesso alla gara.

Nella stessa direzione vanno, in qualche modo, anche le norme che puntano ad incentivare il processo di aggregazione delle stazioni appaltanti: amministrazioni più grandi e qualificate sono anche meno permeabili alla corruzione.
Un ruolo centrale viene, ovviamente, attribuito all'Anac. Oltre al suo ruolo generale di vigilanza e regolazione, alcuni poteri assumono un'importanza particolare. Il rating reputazionale, tenuto dall'Autorità, terrà sotto controllo il curriculum delle imprese: quelle con una storia di ritardi, aumenti dei costi, contenziosi potranno essere escluse dalle gare. Per gli affidamenti dal peso specifico maggiore, viene istituzionalizzata la cosiddetta vigilanza collaborativa: la stazione appaltante e l'Autorità stipulano protocolli di intesa, a valle dei quali tutti gli atti delle gare vengono prima passati sotto la lente dall'Authority. È successo per l'Expo e per gli appalti del Giubileo a Roma. Vengono, poi, confermate le regole sulle comunicazioni delle varianti, per tamponare il fenomeno delle variazioni in corso d'opera sfruttate per recuperare i ribassi.

Sul fronte della pubblicità dei bandi, si punta a sciogliere per sempre la questione degli obblighi di pubblicazione della documentazione di gara, attraverso un portale unificato tenuto dall'Anticorruzione. Tutti gli avvisi e i bandi dovranno transitare da lì. Anche se, sul punto, c'è un problema aperto nella fase transitoria. Dopo l'abrogazione del vecchio regolamento, e in attesa che il nuovo sistema entri a regime, c'è il rischio di un periodo di buco nel quale non saranno applicate le nuove regole ma nemmeno quelle vecchie. La direzione lavori, altro istituto esposto ai fenomeni corruttivi, viene poi messa sotto controllo. L'Anac preparerà delle linee guida specifiche, che dovranno indicare ai direttori lavori le regole di comportamento. Inoltre, ai contraenti generali sarà vietato svolgere anche la funzione di direttore lavori, per evitare sovrapposizione tra il ruolo di controllore e quello di controllato.

Non tutto, però, è positivo nel nuovo testo. Almeno un paio di passaggi destano qualche perplessità, proprio in chiave di contrasto alla corruzione. Quanto ai lavori, il Codice conferma il tetto a un milione di euro, sotto il quale si potrà fare la trattativa privata: per avviare la procedura, però, basterà consultare cinque operatori, mentre oggi servono dieci inviti, fatti con maggiori formalità. C'è, in sostanza, una volontà di semplificare che, però, potrebbe tradursi in minori controlli. Stesso discorso per le regole sulla progettazione: il tetto per usare la trattativa privata raddoppia, passando da 100mila a 209mila euro. Un aumento che significa, in sostanza, che nel 90% dei casi non si faranno gare ma procedure informali a tre inviti.

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