Appalti

Nuovo Codice/3. Lavori in gare all'80% per le concessionarie, Delrio convoca i sindacati

di Giuseppe Latour

La battaglia sui lavori in house delle concessionarie non si placa. Ieri è arrivato l'ennesimo colpo di scena: il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, dopo le proteste dei giorni scorsi, ha deciso di convocare le tre sigle delle costruzioni: Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. L'appuntamento è fissato per lunedì prossimo, 14 marzo, alle 16. Viene, così, meno uno dei motivi che avevano indotto i sindacati a convocare una mobilitazione, condita da uno sciopero e da un presidio davanti al Mit, per la giornata di domani. Tutto congelato, per ora, in attesa delle risposte dell'esecutivo.

«È dall'inizio dell'iter legislativo della riforma degli appalti che cerchiamo un confronto», dichiara il segretario generale della Filca nazionale, Franco Turri. «La notizia della convocazione è ovviamente positiva, ma aspettiamo di sentire il ministro e soprattutto confermiamo lo stato di agitazione dei lavoratori del settore, sospendendo però lo sciopero e la manifestazione previsti per venerdì. Ci auguriamo che dall'incontro emergano novità positive che ci consentano di annullare la mobilitazione».

Proseguono dalla Fillea Cgil: «Spiegheremo al ministro le ragioni della nostra richiesta di modificare il testo del Codice appalti, perché se non si agirà sugli affidamenti in house, che il provvedimento fissa ad un massimo del 20%, per i lavoratori impiegati nelle aziende del comparto ci sarà un solo futuro, il licenziamento. Già in questi mesi, al solo annuncio dell'introduzione del tetto, abbiamo avuto decine di licenziamenti, una vera emergenza sociale tamponata per ora con il ricorso alla Cassa integrazione».

La posizione dei sindacati resta comunque ferma, come spiega il segretario generale della Feneal Uil, Vito Panzarella: «Noi chiediamo che le società di manutenzione e di progettazione restino fuori dalle quote di appalto perché la norma, così scritta, è una falsa liberalizzazione di mercato che finisce per precarizzare i rapporti di lavoro e favorire la bassa qualità. Pertanto se non otterremo avanzamenti su questo fronte andremo avanti per la nostra strada confermando sciopero e manifestazione subito dopo l'incontro».

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