Appalti

Nuovo Codice/4. Zurlo (Bbt): «Bene i lavori sull'esecutivo, ma non demonizziamo l'appalto integrato»

di Alessandro Arona

«Benissimo la previsione del Nuovo Codice appalti di fare le gare di lavori pubblici sul progetto esecutivo, è la strada che noi stessi stiamo seguendo da anni in via volontaria. Però attenzione a non demonizzare l'appalto integrato, in alcuni casi può essere ancora necessario, per le opere ad alto contenuto tecnologico e specie le infrastrutture in sotterraneo, e dunque vietarlo del tutto è una scelta sbagliata». È quanto sostiene in questa intervista l'ingegnere Raffaele Zurlo, uno dei due amministratori delegati della società mista italo-austriaca Bbt, incaricata di affidare progettazione e lavori del tunnel ferroviario del Brennero.

Ingegner Zurlo, perché l'appalto su progetto esecutivo è meglio?
Quella dell'appalto di sola esecuzione è la strada che noi, pur non obbligati dalle leggi italiane e austriaca, stiamo seguendo da anni, perché siamo convinti che sia la strada migliore per uno stretto controllo della qualità dell'opera, dei costi e dei tempi. Tuttavia stiamo attenti a non demonizzare l'appalto integrato, che può essere utile quando l'opera ha un elevato contenuto tecnologico, soprattutto per le opere in sotterranea, e infatti noi stessi l'abbiamo utilizzato per il lotto Sottoattraversamento fiume Isarco (aggiudicato per 301 milioni di euro a ottobre 2014 alla cordata Salini Impregilo Spa, Strabag AG, Strabag Spa, la cooperativa Ccc, Collini Lavori Spa. Una soluzione che oggi, alla luce del nuovo Codice, non sarebbe più possibile, ndr).

Dunque no al divieto di appalto integrato, come sembra essere nel testo del Codice approvato in prima lettura il 3 marzo?
Io propendo nettamente per l'appalto di sola esecuzione e in questi anni Bbt è stata la dimostrazione vivente di questa posizione (ancor più di Rfi, aggiungiamo noi, Ndr). Per me andrebbero sempre fatte gare sull'esecutivo per i lavori all'aperto. E possibilmente con offerta economicamente più vantaggiosa, e anche qui siamo in linea con il nuovo Codice. Tuttavia eviterei i divieti assoluti, perché l'appalto integrato in alcuni casi può servire, soprattutto per le opere in sotterraneo.

Ingegner Zurlo, lei ogni volta che si parla male dei lavori pubblici in Italia si arrabbia, perché?
No, guardi, se si parla di ritardi, varianti e corruzione con nome e cognome, nulla da dire. Sono contrario alle generalizzazioni. Noi di Bbt, che già ora, dal 2007 a oggi, abbiamo affidato appalti di servizi per 126 milioni di euro e appalti di lavori per 1.112 milioni di euro, non abbiamo subito neppure un'inchiesta per corruzione e abbiamo subito solo 20 ricorsi sulla gare da parte di imprese escluse, e li abbiamo vinti tutti di fronte a Tar e Consiglio di Stato. Come abbiamo fatto? Facendo bene i progetti (tutti affidati all'esterno), i capitolati d'appalto, le procedure di gara. E affidandosi a personale esperto e a un controllo attento in fase di esecuzione: nel lotto Mules 2-3 che stiamo aggiudicando ci saranno 25 unità di personale tecnico interno stabilmente impegnate, 24 ore su 24 a turni, nell'attività di direzione lavori.

I progetti sono vostri?
No, nessuno è fatto all'interno o da Italferr, li abbiamo affidati all'esterno con gara.
Mi faccia dire un'altra cosa: sono contrario anche a demonizzare le varianti in corso d'opera. A volte, specie nelle opere in sotterraneo, le incognite in fase di scavo sono inevitabili. Ma il problema è come si gestiscono, con quale livello di serietà e professionalità da parte della stazione appaltante. Non è detto insomma che con le varianti i costi debbano per forza aumentare. In un caso Bbt, per il cunicolo esplorativo Periadriatica, dopo la gara aggiudicata a 53 milioni di euro con un ribasso del 35%, il costo è salito con due varianti a soli 54,5 milioni, e poi con una terza variante è risceso a 53,6 milioni finali.
Aggiungo una cosa sui costi: il tunnel del Brennero nel 2013 aveva un costo totale previsto in 9,7 miliardi di euro, con l'aggiornamento 2015 il costo complessivo è sceso a 8,8 miliardi!

Tornando alla riforma, che ne pensa della "liberalizzazione" del subappalto, dell'addio al tetto del 30%?
Le imprese per me devono continuare a costruire, in proprio. Per delegare a terzi e controllare devono continuare a fare, sennò prima o poi perdono questa capacità.

Che ne pensa della qualificazione imprese? La conferma delle Soa e poi il sistema del rating reputazionale che dovrà disciplinare l'Anac.
Le Soa tutto sommato possono funzionare, purché i controlli siano più severi e le sanzioni "vere". Ottima idea il rating reputazionale, ma vediamo come sarà normato. Comunque l'idea è ottima.
Otima anche la qualificazione delle stazioni appaltanti: noi abbiamo già verificato che in base ai criteri fin qui fissati Bbt sarebbe pienamente in grado di continuare a fare quello che fa per questa maxi opera da 8,8 miliardi di euro.


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