Appalti

Nuovo Codice/2. Subappalto, il no al tetto è fuori delega: sindacati all'attacco, Esposito li affianca

di Giuseppe Latour

Se su tanti punti si sono già sollevate ondate di critiche, è soprattutto uno il capitolo del nuovo testo del Codice appalti (approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri il 3 marzo)che, senza dubbio, è destinato a scatenare una vera battaglia durante il passaggio parlamentare: le nuove regole sul subappalto. Il Codice, a sorpresa, taglia infatti i tetti massimi per il ricorso a questo strumento. Restano salve, dopo una lunga trattativa, solo le opere superspecialistiche ad alto contenuto tecnologico: per loro (ma solo per loro) il 30% è ancora in vita.

Questo assetto è stato duramente criticato dai sindacati di settore (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) che, in una nota congiunta, hanno spiegato come «la conseguenza del provvedimento sarebbe una ulteriore frammentazione delle imprese edili, e a farne le spese sarebbero i lavoratori, sempre più precarizzati e a maggiore rischio di infortunio. Inoltre, dare all'impresa generale totale libertà di subappalto si tradurrebbe nella concreta possibilità di non ricorrere solo alle aziende specializzate del settore edile, come invece è auspicabile».

Considerazioni da non sottovalutare, perché i limiti al subappalto nascono anche in chiave antimafia e di tutela della legalità nelle costruzioni.

C'è, poi, da mettere a verbale un secondo aspetto, più legato alla questione normativa. La legge delega, letta con attenzione, non nomina in nessun passaggio la ristrutturazione dei tetti al subappalto. Si delega il Governo a regolare l'obbligo di indicare la terna di nominativi e le parti da subappaltare, l'obbligo di sostituire i subappaltatori in caso di inadempimento, il pagamento diretto. Ma nulla si dice delle soglie. Un cambiamento così importante per il settore, tale da tagliare completamente fuori i raggruppamenti temporanei di imprese, avrebbe dovuto essere oggetto di una delega espressa. Seguendo il testo uscito dal Cdm, invece, almeno in linea teorica, sarà possibile subappaltare all'esterno, dopo l'aggiudicazione, anche il 100% dell'opera, sebbene il Codice ribadisca che «il contratto non può essere ceduto, a pena di nullità». Anche se, messa in questi termini, sembra più un'affermazione di forma che di sostanza.

Tutti elementi che fanno capire per quale motivo il relatore della legge delega al Senato, Stefano Esposito abbia già annunciato battaglia: sul subappalto la sua commissione chiederà integrazioni molto profonde. L'obiettivo sarebbe ripristinare il tetto del 30% per tutti. Non è detto che ci si riesca ma, di certo, l'articolo uscito dal Consiglio dei ministri sarà sottoposto a correzioni pesanti.

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