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Riciclo rifiuti in edilizia/1. L'Ance propone incentivi fiscali e semplificazione

di Giuseppe Latour

Non soltanto rigenerazione urbana e riqualificazione degli edifici. Un contributo fondamentale alla sostenibilità, nel ciclo delle costruzioni, potrebbe arrivare da un nuova filosofia nel trattamento dei rifiuti, che incentivi (anche con sconti fiscali) chi utilizza prodotti riciclati, mettendogli anche a disposizione semplificazioni amministrative e norme più lineari sui sottoprodotti. È questa la posizione espressa dall'Ance, nel corso dell'audizione nella quale ieri al Senato l'associazione ha dato il suo parere sul pacchetto di misure presentate dalla Commissione europea in materia di economia circolare.

L'Ance ricorda come «il maggior contributo alla produzione annua di rifiuti speciali a livello europeo, secondo la Commissione, è dato proprio dal settore delle costruzioni e demolizioni». Per questo è fondamentale favorire il ricorso ai materiali riciclati nella realizzazione delle opere edili. La Commissione Europea ha fissato per il 2020 l'obiettivo di recuperare il 70% in peso dei rifiuti da costruzione e demolizione. Un obiettivo «che appare ancora difficilmente conseguibile», perché sono ancora troppe le imprese che preferiscono il conferimento in discarica sistematico.
Per invertire la tendenza, allora, l'associazione formula una serie di proposte. La leva da tirare è soprattutto quella fiscale. Servirebbe, in altre parole, un'imposizione ridotta sull'acquisto dei materiali provenienti da riciclo. Andrebbero, poi, introdotti incentivi per la messa a punto di tecniche innovative per la demolizione selettiva, in modo da favorire il recupero dei materiali. Ancora, andrebbero attivate premialità per le imprese che, mediante l'utilizzo di sistemi di digitalizzazione delle informazioni, trasferiscono al proprietario i dati per la gestione dell'opera. Secondo Ance, in generale, «sarebbe molto utile innalzare il livello di informazioni che accompagnano il progetto e la costruzione in termini di caratteristiche dei materiali impiegati e modalità di assemblaggio degli stessi». Un chiaro riferimento al BIM, il building information modeling.

Oltre a questo, servirebbero semplificazioni amministrative e regolamentari «a favore del recupero e utilizzo, direttamente nel cantiere anche mediante impianti mobili, del materiale da costruzione e demolizione», semplificazioni «per la produzione e commercializzazione di materiali riciclati mediante impianti fissi». E una campagna di informazione e sensibilizzazione di operatori e consumatori sui possibili utilizzi dei materiali riciclati. Senza dimenticare che andrebbe rivista la normativa in materia di sottoprodotti, ampliando i casi nei quali un rifiuto cessa di essere tale.

Rifiuti a parte, resta vitale il tema dell'efficientamento energetico degli edifici. Bisogna, allora, muoversi nella direzione degli "edifici a energia quasi zero", anche mediante la sostituzione del patrimonio edilizio ormai vetusto. Ma non bisogna dimenticare i problemi legati alle città intese in senso più ampio. «La sfida della sostenibilità e dell'economia circolare deve essere affrontata con una visione d'insieme, mirando ad efficientare i centri urbani», conclude l'associazione.

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