Appalti

Gare del gas, con il Milleproroghe maxi-rinvio e addio alle sanzioni per gli enti ritardatari

di Gianni Trovati

Nella legge di conversione del Milleproroghe che ha iniziato ieri la propria navigazione nell’Aula della Camera arriva anche il rinvio lungo dei termini per le gare del gas, accompagnato dalla cancellazione delle sanzioni a carico degli enti locali ritardatari. Il tentativo è quello di dare stabilità a un sistema che in questi anni ha prodotto più battaglie legali e modifiche normative che liberalizzazioni vere e proprie.

Il correttivo, chiesto dall’Anci e riformulato nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio nel lavoro guidato dai relatori Daniela Gasparini e Francesco Laforgia (entrambi del Pd), rinvia di altri dodici mesi i termini per la pubblicazione dei primi bandi, rimodula di conseguenza le scadenze successive, ma soprattutto cancella in via definitiva le penalità che avrebbero chiesto agli enti in ritardo di rinunciare al 20% dei canoni pagati dal gestore subentrante per versarli in un fondo della Cassa conguaglio per l’energia elettrica (trasformata dall’ultima manovra in Cassa per i servizi energetici e ambientali) da dedicare al taglio delle tariffe per gli utenti.

Quella delle gare del gas è una storia infinita, nata con il decreto liberalizzazioni del 2007 (Dl 159 di quell’anno) e proseguita con il regolamento attuativo del 2011 (Dm 226/2011 del ministero dello Sviluppo economico), con cui in pratica era stato diviso il territorio nazionale in 170 ambiti, articolati in otto raggruppamenti con scadenze progressive per l’avvio delle gare. Il primo gruppo di ambiti avrebbe dovuto pubblicare i bandi entro l’estate del 2011, ma negli anni successivi le incertezze normative che si sono moltiplicate, anche a causa delle differenze fra il decreto e le linee guida che ne avrebbero dovuto seguire l’attuazione, hanno prodotto ricorsi e hanno spiazzato le amministrazioni locali.

In questo caos, tanto più in una materia delicata che investe interessi economici enormi oltre a determinare il livello delle tariffe all’utenza, le gare bandite sono state pochissime. La più grande è quella di Milano, che ha pubblicato il bando in extremis secondo il vecchio calendario a fine dicembre (per le offerte c’è tempo fino al 13 giugno), ma ora per il primo «raggruppamento», quasi tutto concentrato al Nord con l’eccezione di Roma e Perugia, i termini per la pubblicazione slittano alla fine dell’anno, e a scalare cambiano i calendari degli altri sette raggruppamenti, anch’essi ovviamente ritoccati dal Milleproroghe.

I nuovi termini, però, diventano anche più flessibili, perché la procedura di commissariamento diventa meno immediata. Quando le nuove scadenze arriveranno senza che l’ambito abbia bandito le gare, le Regioni dovranno concedere altri sei mesi di tempo, dopo di che partirà il commissariamento: se entro i due mesi successivi anche la Regione si sarà rivelata inadempiente, sarà il ministero dello Sviluppo economico a intervenire. Questo nuovo meccanismo serve a offrire un nuovo, sostanzioso tempo supplementare a un sistema che non è finora riuscito a decollare, ma resta da capire se l’addio tout court alla “minaccia” delle sanzioni non finirà per diluire ulteriormente i tempi dell’applicazione effettiva. «La revisione dei termini è un fatto sicuramente positivo - ragiona Pierfrancesco Maran, l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano che nell’Anci ha la delega sui servizi pubblici locali - e ora c’è da lavorare per semplificare i processi e preservare l’azione amministrativa».

Più in generale, del resto, è stato ricco il ventaglio delle novità ottenute in commissione dalle amministrazioni locali, dalla possibilità di rinnovare i contratti dei precari nelle Città metropolitane e nelle Province che hanno sforato il Patto di stabilità nel 2015 alla replica dell’utilizzo “libero” dei proventi da rinegoziazione dei mutui fino allo slittamento di un anno degli obblighi di pareggio di bilancio nei Comuni frutto di fusioni concluse entro il 31 dicembre scorso.

Resta ancora aperto, invece, il tema delle sanzioni finanziarie sul Patto di Città e Province, che sarà probabilmente affrontato a marzo quando si conosceranno i dati definitivi del monitoraggio sul rispetto dei vincoli di finanza pubblica nel 2015.

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